27 Aprile 2021 - 17:52

Equitalia: dalla nascita all’abolizione della società di riscossione tributi

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Tutto quello che c’è da sapere su Equitalia e sul suo funzionamento. Le ultime novità sulla riscossione delle cartelle esattoriali del 2021

Equitalia S.p.A è stata una società italiana fondata per il raccoglimento dei tributi a livello nazionale, dal 2017 però la società è stata sciolta. Ecco com’è nata e come è cambiato il sistema di riscossione dei tributi a partire dallo scioglimento di Equitalia.

La nascita di Equitalia e la Riscossione S.p.a

Fino al 1990 la riscossione dei tributi in Italia era affidata alle Esattorie che operavano in ambiti molto ristretti. A volte all’interno di uno stesso territorio provinciale erano presenti addirittura piè Esattorie. Così si pensò di riorganizzare la situazione con l’istituzione di istituiti concessionari a livello provinciale e infra provinciale che avrebbero dovuto unificarsi, al solo livello provinciale, entro il 1995. La riforma venne attuata con l’entrata in vigore del D.P.R. n. 43/1988.

Ma la riforma più importante per il sistema tributario italiano si ebbe solo nel 2005 con il Governo Berlusconi III. Difatti l’esecutivo si trovò a gestire un sistema tributario frammentato e malfunzionante, si pensò così di creare un unico istituto atto alla riscossione dei tributi a livello nazionale. Dunque con l’entrata in vigore dell’art. 3 del D.L. 30 settembre 2005, n. 203, convertito con modificazioni nella legge 2 dicembre 2005, n. 248, venne istituita la Riscossione S.p.A ribattezzata nel 2007 come Equitalia.

L’attività della nuova società fu poi riformata dal Governo Prodi II che autorizzò Riscossione S.p.A. a utilizzare i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate. Di fatti il nuovo ente, a totale controllo pubblico, era partecipato al 51% dall’Agenzia delle Entrate e al 49% dall’INPS.

Funzioni e compiti

Istituita con l’obiettivo di creare una maggiore equità fiscale, di semplificare la riscossione dei tributi e di fornire al cittadino servizi più trasparenti e puntuali lo Stato fornì ad Equitalia ben più funzioni della sola riscossione dei tributi. La società infatti svolgeva anche una funzione di controllo sull’evasione fiscale, contribuendo ad identificare e segnalare gli evasori all’autorità giudiziaria.

Con lo scopo di fornire assistenza al cittadino l’ente nel 2012 creò lo “Sportello Amico” per fornire informazioni e chiarimenti riguardanti le cartelle di pagamento, l’ammontare degli interessi e le sanzioni erogate. L’attività di Equitalia inoltre si estendeva anche agli enti locali e pubblici con la fruizione di diversi servizi: gestione dei provvedimenti via web, invio e ricezione dei dati, assistenza clienti e funzioni di monitoraggio e controllo.

Come funzionava Equitalia

In genere, la società Equitalia inviava al contribuente una cartella esattoriale nel caso in cui il soggetto non avesse provveduto al pagamento degli importi dovuti nei tempi prestabiliti con l’ente avrebbe previsto l’aggiunta di interessi e sanzioni. Il contribuente difatti aveva a disposizione soltanto 60 giorni per presentare ricorso, trascorso questo tempo iniziavano a maturare gli interessi giornalieri e la società poteva in tal caso attuare la cosiddetta “riscossione forzata” rivalendosi sui beni del debitore (pignoramento beni mobili o immobili o addirittura stipendi e pensioni).

I contribuenti potevano però controllare online le proprie cartelle di pagamento e concordare con la società dei piani di rateizzazione. A partire dal 20017 con la soppressione delle società che facevano parte del gruppo, a eccezione di Equitalia Giustizia, i compiti facenti capo Equitalia sono passati all’Agenzia delle Entrate.

Crisi economica e abolizione di Equitalia

Fin dalla nascita la società non fu esente da critiche ma la situazione peggiorò con l’inasprirsi della crisi economica nel 2008. I tassi di interesse elevati, il fenomeno delle cartelle pazze, la pressione fiscale sempre più forte, la politica di austerità adottata dal Governo Monti e le difficoltà economiche infatti ne decretano la fine. L’ultima manovra di salvezza per la società fu attuata nel 2013 con una serie di riforme proposte dall’allora Governo Monti ma non andate a buon fine.

Negli anni Governo Renzi il Presidente del Consiglio annunciò di voler riformare la struttura operativa di Equitalia, in particolare riconducendone l’operato nell’alveo della struttura dell’Agenzia delle entrate, retribuendo i dipendenti secondo gli standard pubblici e non secondo il più favorevole contratto di lavoro bancario e abbandonando procedure intimidatorie e vessatorie per i piccoli debiti, concentrando invece le azioni più incisive contro i grandi evasori.

Nel 2016 il decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio divenne legge ed Equitalia venne sciolta definitivamente a partire dal 1 luglio 2017.

Dopo l’abolizione della società e alle modifiche approvate, il testo votato sia alla Camera che al Senato disponeva che al personale dipendente (anche tempi determinati) non si chiede più di superare una procedura di selezione, ma una ricognizione delle competenze per “una collocazione organizzativa coerente e funzionale alle esigenze”. Un nuovo articolo 1-bis prorogava invece al 30 settembre 2017 le deleghe dirigenziali ai funzionari delle Agenzie fiscali. Fu prorogata al 30 giugno 2017 la possibilità per gli Enti locali di avvalersi di Equitalia come agente della riscossione. E così l’attività di accertamento e liquidazione veniva definitivamente affidata all’Agenzia delle Entrate.

Fisco e tributi: le ultime novità

Il 30 aprile 2021 scade la sospensione di notifica e pagamento di eventuali cartelle esattoriali disposta dal Governo visto il perdurare della pandemia. A partire infatti dal 1 maggio riprenderà la riscossione delle cartelle esattoriali e partiranno anche le cosiddette verifiche per inadempienza, cioè i controlli effettuati quando le amministrazioni statali devono versare al contribuente un importo superiore a 5.000 euro, nel qual caso la somma può essere erogata solo se egli non ha debiti con il fisco.

La Pace Fiscale prevede infatti che le cartelle di valore non superiore a 5.000 euro, emesse nel decennio 2000-2010, possano essere completamente cancellate, se il contribuente ha un reddito che non ecceda i 30.000 euro l’anno. Mentre per i ruoli più recenti  le cartelle esattoriali ed eventuali debiti con lo Stato, relativi agli ultimi due anni, dovranno essere pagati senza sconti e dilazioni di tempi e in un’unica soluzione.