Erdogan, continua il pugno di ferro: pena di morte, caserma in piazza Taksim ed estradizione Gülen
Il programma del presidente turco Erdogan è di: reintrodurre la pena di morte, costruire in piazza Taksim una caserma e una moschea ed estradare Gülen dagli U.S.A.
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Dopo gli arresti di massa dei presunti golpisti, in Turchia prosegue la linea dura del presidente Recep Tayyip Erdogan che in un intervista alla Cnn fa sapere che reintrodurrà la pena di morte se il Parlamento la varerà.
“La pena di morte -ha detto in mattinata davanti ad una folla di sostenitori radunata presso la sua residenza ad Istanbul nel quartiere di Kisikl– c’è negli Stati Uniti, in Russia, in Cina e in diversi Paesi nel mondo. Solo in Europa non c’è”. In Turchia la pena capitale era stata eliminata nel 2004 a seguito delle richieste dell’Unione Europea come requisito necessario per l’ingresso nell’UE.
“Non ci sono statuti irrevocabili“e, prosegue Erdogan“ La Turchia è uno stato democratico in cui vige la legge e non si possono ignorare le richieste della popolazione“
Immediata la replica del Ministro degli affari esteri Gentiloni che, in linea con quanto detto dalla cancelliera Merkel e dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri Mogherini, fa sapere da Radio Anch’io che “se la Turchia dovesse reintrodurre la pena di morte i negoziati per l’adesione di Ankara all’Unione europea si interromperebbero“
La risposta al tentato golpe continua anche su altri fronti. Viene annunciato il progetto di modifica di piazza Taksim, scenario della rivolta di Gezi Park del 2013. “Che lo vogliano o meno – ha detto il presidente turco– ricostruiremo la caserma ottomana, il primo teatro dell’opera al posto del Centro Culturale Ataturk e una moschea a piazza Taksim“. Un processo che va contro il laicismo voluto dal padre della Turchia Atatürc.
Proseguono le tensioni anche con gli U.S.A. dove, in Pennsylvania, risiede l’imam e magnate Fethullah Gulen considerato il mandante del golpe. Mentre Erdogan lo paragona a Bin Laden, il premier turco Binali Yildirim conferma l’invio della richiesta ufficiale agli Stati Uniti per la sua estradizione e accusa l’amministrazione stelle e strisce di “proteggerlo”. Washington ha negato di avere ricevuto una richiesta tale finora.
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