Quella volta che un maiale ha battuto Mefistofele
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Seppure l’esperimento di Nenad Sestan sul cervello del maiale non dovesse trovare ulteriori riscontri, il suino è comunque destinato a diventare il nuovo eroe totale della letteratura gotica. I dettagli di una (possibile) mitografia
Le nostre speranze di vita eterna sono riposte in un maiale.
Almeno questo è ciò che emerge da un esperimento condotto negli Stati Uniti da Nenad Sestan nell’ambito di un convegno sulle Neuroscienze organizzato dai National Institutes of Health.
L’esperimento
Sestan ed i suoi hanno estratto 200 cervelli di maiale dai corpi dei suini tenendoli “in vita” per 36 ore attraverso un innovativo sistema di irrorazione sanguigna.
Tramite un elettroencefalogramma, gli scienziati si sono accorti che le cellule nervose del cervello dei suini erano ancora in attività, sebbene il loro stato apparente somigliasse ad uno stato comatoso.
La ricerca, per il momento, non ha valore di ufficialità perché non è ancora stata pubblicata su alcuna ricerca scientifica ma siamo sicuri che, qualora dovesse trovare dei riscontri, la notizia avrebbe un che di epocale.
Ad uscirne rivoluzionati sarebbero, primariamente, gli equilibri ed i rapporti di forza della catena alimentare: quale uomo non si sentirebbe almeno un po’ in colpa nel mangiare l’animale che, di fatto, soddisfa il suo anelito di eternità nella maniera più semplice possibile?.
E poi soprattutto, niente più patti scritti col sangue, né anime barattate a buon mercato per una Conoscenza superiore. Con buona pace della letteratura gotica.
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