Family Day: la vita non si compra
Roma apre le porte alle famiglie e ai numerosi partecipanti che affollano il Circo Massimo nel Family Day per combattere a favore della famiglia naturale
[ads1]Roma, 30 gennaio 2016. “Vietato rottamare la famiglia” queste le parole scritte in rosso su un enorme striscione alla base del grande palco allestito al Circo Massimo che ieri ha ospitato l’evento del Family Day. Numerosi i partecipanti, i gruppi e le famiglie giunti a Roma per combattere a favore della famiglia naturale. Palloncini rosa e azzurri, bandiere, canti, balli e striscioni con sopra scritto «Sono per un amore libero e non libertino” hanno contribuito a rendere l’atmosfera più familiare. La manifestazione è iniziata alle 14 e si è conclusa poco prima delle 17. Mario Adinolfi, giornalista e scrittore romano, è stato il primo a salire sul palco. «Renzi ci ricorderemo: nel 2007 insieme a lui ho condiviso questa stessa piazza – ha detto Adinolfi – il ddl Cirinnà vuole attaccare il cartellino del prezzo accanto al nome dei nostri figli».
«Siete più di quelli che pensavamo. Sono passati 7 mesi dalla piazza del 20 giugno e siamo ulteriormente cresciuti» così Massimo Gandolfini, leader del comitato Difendiamo i nostri figli, apre le porte al Family Day 2016. «Siamo circa due milioni» ha constatato Gandolfini ringraziando i partecipanti provenienti da tutta Italia e ricordando che «questa piazza non vuol fare la guerra a nessuno, non è contro nessuno: ci sono tante famiglie e ci sono credenti e non credenti″ e, in conclusione, ha fatto appello”alla coscienza dei parlamentari, se potranno esprimersi secondo coscienza. Un giorno delle vostre azioni dovrete rendere conto».
Numerosi gli interventi di famiglie, leader, testimoni succedutisi sul palco dell’evento. Tra i più significativi l’intervento di Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita, che ha posto l’accento sul No all’utero in affito: «Siamo qui a dimostrare un’ovvietà, che non si può mercifiare il corpo di una donna“. Toni Grandi, presidente di Pro Vita onlus, ha parlato “dell’industria dell’utero in affitto che frutta decine di miliardi di dollari». L’intento del Family Day è stato quello di chiarire cosa sia la famiglia e cosa invece l’unione civile, cosa sia l’adozione e cosa invece la mercificazione dell’utero.
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