28 Aprile 2021 - 12:48

Fedez: simbolo di un mutamento culturale profondo (i maschilisti tremino)

Fedez

Lancia una linea di smalti, sdogana l’ansia, non ha paura di piangere (con Vittoria fra le braccia) e non solo: ecco perché Fedez è il simbolo del declino dell’era del maschilismo

Ha lanciato una linea di smalti e non solo: Fedez sta conducendo un’operazione delicata e capillare, volta ad annientare gli stereotipi di genere.

E i follower sono dalla sua parte perché, diciamocelo, l’uomo “che non deve chiedere mai” non catalizza più la nostra attenzione. Non si sposa più con la nostra sensibilità. Il cliché del maschio alfa tutto muscoli e conto in banca l’abbiamo depositato nel baule delle cose cringe ed obsolete. Quel mito, tenuto in vita dalle generazioni del passato, ha forgiato tanti uomini incapaci di essere amici dei propri figli. Di coltivare un briciolo di empatia e di intelligenza emotiva. Di valorizzare le proprie fidanzate, compagne, mogli. Gli stessi uomini che hanno insegnato ai propri figli a non piangere, a mascherare le proprie emozioni. Come se le emozioni fossero qualcosa di estrinseco, che si può controllare; come se chiudere quel serbatoio che ci fa sentire vivi e vitali possa essere una risorsa – e non un danno irrimediabile – per noi stessi e per gli altri.

Fedez è il baluardo di un cambiamento culturale in essere. È l’esponente più in vista di una risemantizzazione di cosa significa essere un uomo. Non ha paura di confessare di avere attacchi di panico, di essere in collegamento con una psicologa anche pochi secondi prima di salire sul palco dell’Ariston. Ammette di avere qualcosa in meno rispetto a Francesca Michielin, capace di trainarlo con grinta nell’agguerritissima competizione sanremese. Ma non solo: non esita a sciogliersi in lacrime mentre stringe tra le braccia sua figlia, Vittoria. Non inorridisce se suo figlio Leone gioca con le bambole, mette le mani in pasta, prepara un piatto nella sua cucina giocattolo.

La risposta al senatore Pillon

In un video Instagram rivolto al senatore Pillon, che si oppone con le unghie e i denti al DDL Zan, Fedez dichiara: “Io ho un figlio di tre anni che gioca con le bambole. Questa cosa non desta alcun tipo di turbamento in me, e non desterebbe alcun tipo di turbamento in me nemmeno su un giorno dovesse avvertire l’esigenza di truccarsi, di mettersi il rossetto, di mettersi lo smalto o una gonna, perché mio figlio ha il diritto di esprimersi come meglio crede”.

Il rapper prosegue, infliggendo al politico il colpo di grazia: “La cosa che mi destabilizzerebbe un po’ è sapere che vive in uno Stato che non tutela il suo sacrosanto diritto di esprimersi in piena libertà, cercando di arginare le dinamiche discriminatorie e violente che molto spesso si verificano in questo Paese“.