27 Gennaio 2018 - 18:12

Final Portrait, Stanley Tucci omaggia Giacometti

Final Portrait

Sarà al cinema dal prossimo 8 Febbraio “Final Portrait”, il nuovo film di Stanley Tucci incentrato sulla figura di Giacometti, interpretato da Geoffrey Rush

“Final Portrait” non è un biopic.

Cosa spinge gli uomini a ritrarsi o a farsi ritrarre? Forse, in un atto oggi reso banalmente semplice dai mezzi della nuova tecnologia, c’è tutta la famelica volontà di lasciare qualcosa di sé al mondo, una traccia del nostro passaggio sul pianeta Vita, che andrebbe benissimo avanti anche senza di noi.

La natura è beffarda: si lascia osservare, contemplare ma mai riprodurre, ed è questo che più ci ossessiona più ci attrae verso la sua essenza matrigna.

Lo aveva capito bene il più grande scultore e pittore del Novecento, Alberto Gacometti, le cui figure sembrano sempre in una posizione precaria che ne riscrive persino i tratti.

Il suo talento e la sua ossessione per il bello e la perfezione rivivono ora nella pellicola di Stanley Tucci “Final Portrait” che arriva al cinema l’8 Febbraio.

L’artista ed il suo doppio

L’artista svizzero è interpretato da un mai così mimetico Geoffrey Rush. Il film prende le mosse dal suo incontro con lo scrittore James Lord a cui egli chiede di fare da modello, per quello che poi sarà il suo ultimo ritratto.

Lord (interpretato da Harmie Hammer) accetta trovandosi presto a contatto con la spirale di eccitazione ed insoddisfazione che caratterizza il processo creativo di Giacometti.

E’ interessante notare un particolare: non solo Giacometti ha ritratto Lord, ma anche Lord ha fatto lo stesso con Giacometti con i mezzi che gli sono più propri. Il film è infatti tratto dal libro “Un ritratto di Giacometti” che Lord scrisse proprio durante le 18 sedute di posa che portarono al suo ritratto.

Si trattò dunque di un processo lungo e faticoso, documentato nello stesso libro anche tramite una serie di fotografie che Giacometti dichiarò concluso solo quando capì, suo malgrado che non poteva più aggiungere niente al ritratto.

L’artista aveva in programma un secondo ritratto che però non iniziò mai in quanto, due anni dopo, nel 1966, morì.

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