8 Settembre 2018 - 16:45

Final Space, lo straordinario cartoon che abbraccia Futurama e Gravity

Final Space

In attesa del rilascio della nuova stagione di Bojack Horseman, Zon.it vi parla di un altro straordinario cartoon presente sul catalogo Netflix: Final Space

Prendete un po’ di Star Wars, un po’ di Futurama e mischiateli, aggiungendo una dose di drammaticità ed un’attenta analisi introspettiva, propria di una pellicola come Gravity. Ecco, avete ottenuto un episodio tipo di Final Space, serie animata a stelle e strisce lanciata su Netflix in questo 2018 ed ideata da Olan Rogers e David Sacks.

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Si tratta di uno dei migliori prodotti dell’animazione seriale degli ultimi anni e che, come nel caso del famoso personaggio di Horsin’ Around, sa unire aspetti comici a momenti di assoluta e profonda riflessione.

Ciclo narrativo

Similmente a Le Iene di Tarantino, Final Space inizia dalla fine, quella tracciata in particolare particolare nella 1×10. Si tratta di un finale crudo ma, ancora aperto. Ogni inizio episodio si apre con questa narrazione che si avvicina sempre di più verso la fine, salvo poi ritornare indietro e approfondire gli eventi che hanno poi fatto verificare il “cataclisma finale”. Tale artificio risulta essere piuttosto incisivo: dà la spinta a chi si imbatte in questa serie di divorarla, un po’ per l’esigua durata complessiva, un po’ per sbarazzarsi del tarlo relativo al finale che subito ci viene sbattuto in faccia.

Plot

Il protagonista di Final Space è Gary, un ragazzo divertente ma sicuramente sprovveduto (un alter ego del Frey che abbiamo amato nella serie animata di Groening) che si ritrova in una nave spaziale dove deve scontare 5 anni per essersi finto un pilota aerospaziale per far colpo su una ragazza, Quinn che lavora in un’agenzia spaziale, di cui il ragazzo è profondamente innamorato.

A far “compagnia” a Gary vi sono KVN, un ammasso di latta che ha il ruolo di non far impazzire il “prigioniero” (ma che il protagonista odia profondamente) e H.U.E. l’IA della Galaxy-1, con il quale il giovane può permettersi di fare qualche conversazione “normale”, nonostante sia a tutti gli effetti il suo carceriere. Dopo cinque anni piuttosto piatti e monotoni, la vita di Gary cambia all’improvviso dopo l’arrivo di un tenero alieno, che Gary non perderà tempo a ribattezzerà Mooncake. Ma le sorprese non finiscono qui: Mooncake, nonostante il suo aspetto da pupazzo da strapazzare, è un distruggi pianeti, un essere che imprigiona una grande energia e, risulta essere un obiettivo primario del temibile Lord Commander (con straordinaria voce di David Tennant) che vuole ottenere così il “Final Space”.

Da qui nasce la lotta dell’equipaggio della Galaxy-1 a cui si uniranno Avogatto (ben preso il miglior amico di Gary) e Quinn, contro il temibile signore del male.

Malinconia e commozione

Oltre i tanti spunti che creano divertimento ed ilarità, le vicende narrate offrono al protagonista di ripensare alla sua infanzia, caratterizzata dalla tremenda perdita del padre, un pilota spaziale diventato eroe per aver salvato il pianeta Terra. Da quel terribile momento, Gary ha iniziato a soffrire di solitudine (l’unica cosa che desidera è qualcuno con cui parlare e giocare a carte), avendo avuto per molto tempo come unico amico un piccolo bruco, Mooncakeappunto.
Ed è stata la latente solitudine che lo ha portato negli anni successivi, in particolar modo durante il conflitto con il Lord Comandante, a mettere la vita degli altri avanti alla sua, rischiando la pelle in nome di valori come quelli dell’altruismo e dell’amicizia.
L’uso dell’alternanza di situazioni al limite dell’assurdo, ironici e nosense a quelle senza dubbio drammatiche, violente e riflessive è calibrato e mai eccessivo. Nel corso dei 10 episodi, anzi, questo shakerare ha una flessione poiché è lo stesso Gary a maturare man mano che la situazione diviene più complessa e turbolenta, quando comprende che tantissime vite dipendono da lui. Persino Quinn riuscirà a capire che dietro l’atteggiamento un po’ infantile del ragazzo, in realtà, c’è un grande cuore. Ma il mutamento non è piatto o irragionevole: Gary non si trasforma immediatamente dall’infantile fanatico dei biscotti innamorato di una ragazza intravista una sola volta, in un eroe coraggioso e responsabile. Ci sono delle tappe cruciali che portano Gary a riconsiderare cosa ha vissuto nel corso della sua vita, dalla perdita del padre a quella di un fondamentale compagno d’avventura.

Originalità o genuinità?

Non è un prodotto che fa dei suoi contenuti un vessillo dell’originalità. Abbiamo – per l’appunto – già parlato delle influenze di altri prodotti sia televisivi che cinematografici ma, questi, vanno intesi come dei sostanziali tributi. Ciò che colpisce della serie animata è la sua genuinità che mira al cuore dello spettatore.
Sarà per alcune battute (per lo più di Gary) che potrebbero esser dette solo da un bambino ma che sono più profonde di quanto si possa pensare. Sarà che è davvero un prodotto che è destinato, in una visione orizzontale e verticale, ad un pubblico piuttosto variegato. Sarà che in meno di 4 ore totali di visione, Final Space riesce ad avere una propria identità. Sarà che determinate scariche di drammaticità non le si aspetta.
Sarà, che alla fine, sarete felici di aver fatto questo viaggio.
Ovviamente in attesa della seconda stagione.

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