Firenze, un viaggio attraverso la bellezza
Racconto di un viaggio nella Firenze della “Bellezza che salverà il mondo” tra arte, storia e cibo
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Se un mattino d’autunno una viaggiatrice, parafrasando Calvino, prende un bus e si mette in viaggio alla volta della Toscana e affronta ore di viaggio, intervallate da due brevi tappe nella Roma sempiterna e nella città della torre pendente, riceve una meravigliosa ricompensa: la meta.
Firenze, città che in cambio di quattro giorni (troppo pochi!) del tuo tempo sa restituirti il triplo. Fatta per occhi curiosi, stomaci forti, gambe instancabili e animi pazienti. Città che ti da la forza di affrontare scarpinate e file interminabili, i “capricci” del tempo e la calca, perché lo fai pensando al premio che ti attende: la bellezza. Sì, la bellezza: come definire altrimenti tutto quello che sa regalarti Firenze? La capitale medicea sa offrire un continuo spettacolo ai suoi visitatori.
Le sole prime ventiquattr’ore non bastano per ammirare il David di Michelangelo, per la cui perfezione anatomica ed espressività dello sguardo, come affermava Vasari, “chi vede questa non dee curarsi di vedere altra opera di scultura fatta nei nostri tempi o negli altri da qualsivoglia artefice”, la Primavera e la Venere del Botticelli, i dipinti del Mantegna, di Piero della Francesca, di Raffaello e tutti gli altri tesori custoditi agli Uffizi.
E poi, la giornata non può finire se al Parco delle Cascine c’è ad attenderti lo Streeat Food Truck Festival. Il cibo di strada celebrato in tre giorni in un food event da non perdere (il 16 ottobre replica a Bari e il 23 a Roma), dove recuperare le energie tra un hamburger di chianina, un panzerotto fichi e prosciutto toscano, celestiale, e birra artigianale (ma non solo).
E così si prosegue, nei giorni successivi, via a scoprire Piazza della Repubblica, “l’antico centro della città da secolare squallore a vita nuova restituito”; Piazzale Michelangelo, il belvedere urbano che dall’alto permette di avere Firenze ai propri piedi; Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli; i Sepolcri di Santa Croce, in cui riposano i corpi di menti un tempo brillanti: Galileo, Foscolo, Alfieri.
Finanche perdendosi tra minuscoli viottoli, tra un panino con lampredotto, un gelato al vin santo e un cantuccio (ed è subito ‘Unti e Bisunti’), si può scovare la Chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, che vide il primo incontro, descritto nella Vita Nova, tra Dante e la sua amata Beatrice.
La Città del Giglio può però riservare, tra la sacralità dei suoi luoghi, anche frivolezze: la Galleria del Costume, il Museo Gucci e l’Hard Rock Cafè (tappa di rito in ogni viaggio per gli appassionati), dove poter rimirare cimeli musicali, quasi paragonabili ad opere d’arte per alcuni, come il giubbotto di John Lennon o una set list scritta da Bob Dylan.
Firenze, dunque, è arte e storia, è gli Uffizi e la Galleria dell’Accademia, è Santa Maria Novella e il Duomo, è la patria di Dante, è la culla del Rinascimento, ma è anche le mille persone, provenienti dal globo intero, giunte per ammirarla, i cui volti in Piazza della Signoria s’incontrano, ma non si vedranno più, è le suole delle scarpe che calpestano le sue strade, le luci sull’Arno a sera, le gioiellerie di Ponte Vecchio, i flash delle macchine fotografiche, è un’indicazione data con una c un po’ aspirata ma tanta cortesia. Firenze è la bellezza. E se è vero che “la bellezza salverà il mondo”, possiamo illuderci che Firenze è una certezza per l’umanità.
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