Foiba di Basovizza: l’impresa condivisa di Mattarella e Pahor
Italia e Slovenia unite nella commemorazione delle vittime della foiba di Basovizza. L’incontro dei presidenti Mattarella e Pahor diventa simbolo di un’impresa condivisa
Una corona di fiori e un minuto di silenzio per le vittime italiane della foiba di Basovizza. Questo il dono dei due presidenti Mattarella e Pahor, insieme in un incontro dalla forte valenza storica. Da pozzo minerario a teatro di esecuzioni sommarie di prigionieri, civili, militari, da parte dei partigiani di Tito. La foiba di Basovizza è stata riconosciuta monumento nazionale dal Presidente della Repubblica nel settembre del 1992. Oltre alla visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la foiba di Basovizza fu visitata nel 1991 dall’allora Presidente Francesco Cossiga. Presenti all’incontro commemorativo Ettore Rosato, vicepresidente della Camera, insieme alle deputate dem Debora Serracchiani e Tatjana Rojc.
Il dolore trasformato in patrimonio comune
In un breve discorso, l’augurio del Presidente Mattarella di trasformare il dolore in amicizia e patrimonio comune:’
‘La storia non si cancella. E il dolore non si dimentica. Ma o si coltiva il rancore o se ne fa patrimonio comune nel ricorso e nel rispetto, coltivando un’amicizia comune‘. Un punto di partenza da cui trarre i valori simbolo della democrazia:’Al di là e al di qua del confine, Sloveni e Italiani hanno scelto la seconda strada e sono rivolti al futuro in nome dei valori, oggi comuni, di libertà, democrazia e pace”.
Il dialogo tra culture
Il Presidente ha poi proseguito riconoscendo l’importanza del sostegno dimostrato dal Presidente sloveno: ”Oggi qui a Trieste, con la presenza dell’amico presidente Borut Pahor, segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine e che rendono queste aree di confine preziose per la vita d’Europa‘. Con queste parole. il Presidente Mattarella ha suggellato al sottoscrizione al memorandum che restituisce la proprietà del Narodni dom, Casa del Popolo, alla comunità slovena. L’edificio fu, infatti, vittima di un incendio causato dai fascisti nel lontano 1920. Lo storico Renzo De Felice apostrofò l’evento in termini di un ‘vero battesimo dello squadrismo organizzato”.
Il torto corretto
Un cielo stellato, con quest’immagine il Presidente Pahor riconosce il valore dell’incontro con il Presidente Mattarella: ”Oggi, come disse qualcuno, viviamo quei sogni proibiti che si avverano, come se dopo cento anni tutte le stelle si fossero allineate. Ma non lo hanno fatto da sole, siamo stati noi a farlo‘. Parole di riconoscenza e incoraggiamento rivolte al ‘caro amico presidente e amico Mattarella‘, ma anche ai ‘cari compatrioti sloveni, ai cari amici italiani‘. Il Presidente Pahor ha così parlato di ‘gioia immensa‘, in una giornata in cui, finalmente, ‘il torto è stato corretto, giustizia è stata fatta‘, un vero e proprio ‘giorno di festa perché stiamo a celebrare insieme, Italia e Slovenia, un’impresa condivisa”.
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