Fondi UE: la proposta della Commissione è bocciata dal CESE
Il Comitato Economico e Sociale Europeo ha bocciato la proposta della Commissione Europa sui tagli alla Politica di Coesione
I tagli proposti dalla Commissione Europea riguardo la Politica di Coesione post-2020 sono stati rigettati dal CESE, il Comitato Economico e Sociale Europeo. Il Comitato, riunitosi nelle plenarie di settembre e ottobre, ha bocciato la riduzione del budget, che darebbe ai cittadini europei “un segnale sbagliato”. In una fase storica in cui aumentano la disparità tra regione dell’UE, e quindi le diseguaglianze tra i loro cittadini, causando di conseguenza una crescita dell’euroscetticismo, i tagli avrebbero potuto facilitare la crescita ulteriore del trend. La decisione del Cese, dunque, non va soltanto in direzione di maggiori fondi alle regioni europee, ma affronta anche il delicato tema della disaffezione di alcuni cittadini verso l’Unione Europea.
In controtendenza rispetto ai desiderata della Commissione, il Cese raccomanda quindi di mantenere il budget al livello attuale, e anzi auspica un potenziamento delle risorse per la cooperazione territoriale e di quelle atte a sostenere l’attuazione del meccanismo transfrontaliero proposto da Bruxelles. È un segnale certo importante per una delle politiche comunitarie più centrali della Commissione, nonché per uno strumento fondamentale per l’UE.
A detta del relatore per il Regolamento sulle disposizioni comuni per il periodo 2021-2027, Stefano Mallia, quella di coesione è “una delle politiche più concrete dell’Ue”, e dovrebbe quindi essere dotata di “un supporto tecnico e di bilancio” in via prioritaria. In particolare, il Comitato Economico e Sociale è stato spinto al voto negativo per via del ritorno al meccanismo “N+2” e la riduzione dei tassi di co-finanziamento. “La diminuzione dei tassi di co-finanziamento nazionali ostacolerà l’attuazione dei progetti, soprattutto negli Stati membri che affrontano difficoltà di bilancio e in quelli che sono stati più duramente colpiti dall’ultima crisi economica e finanziaria”, avverte la correlatrice per il parere sul Fesr e sul Fondo di coesione post-2020, Ester Vitale.
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