Fontana: “L’ultimo DPCM non ha consenso della Lombardia”
In un’intervista al Corriere della Sera, il governatore della Lombardia Attilio Fontana definisce “riduttive” le ultime misure adottate dal Governo sul Coronavirus
Una spaccatura sembra aprirsi in materia di provvedimenti contro il Coronavirus tra la Lombardia e il Governo centrale: se il Premier Giuseppe Conte definisce le misure adottate come le più giuste per affrontare la fase più acuta del contagio, il governatore della Regione più colpita dal Covid-19, Attilio Fontana non esita a bollarle come riduttive e, dalle colonne del “Corriere della Sera”, invita i cittadini lombardi ad attenersi alle misure varate dalla Regione nel pomeriggio di sabato 21 Marzo:
“Perchè non chiudere tutti gli uffici pubblici, gli studi professionali e gli alberghi? E i cantieri edili?”, si chiede Fontana spulciando la lista degli esercizi non essenziali che rimarranno aperti in Italia dopo il DPCM di sabato sera. Poi affonda:
“E il divieto di andare nelle case di vacanza? Qualcuno mi deve spiegare il perchè. Hanno detto che c’era il consenso di tutte le Regioni, ma se è così manca quello della Lombardia.”
Stop dal 26 Marzo
Nel concreto delle misure varate dalla Regione Lombardia, Fontana ricorda che le aziende avranno 72 ore per adeguarsi, chiudendo quindi entro il 25 Marzo, con la serrata totale che parte il giorno dopo:
“Sono misure”, prosegue il governatore, “Che cercano di tenere insieme due interessi fondamentali: la salute pubblica e l’economia”.
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