Here we are. Nella notte di ieri è andata in onda la premiere dell’ultima stagione della serie evento Game of Thrones. Una puntata lenta, come è giusto che sia un episodio pilota di stagione, che lascia numerosi interrogativi tradotti in sguardi disillusi o impenetrabili, prime tattiche politiche e possibili incomprensioni.
Ma andiamo con ordine.
Ci eravamo lasciati con la nascita di una nuova coppia che, a conti fatti, ha fatto distorcere il naso a tantissimi fan: la Regina dei Draghi con il redivivo Jon Snow. Insieme si sono diretti a Winterfell, pronti per affrontare l’esercito della notte che, seppur lentamente, si stanno dirigendo a Sud per fare morte intorno a loro. Oltre i fan c’è qualcun altro che non ha preso bene la love story, nata nel giro di una puntata della scorsa stagione, tra il bastardo (ma neanche così tanto) di casa Stark e la Targaryen: è Sansa.
Insomma, se c’è un personaggio sul quale gravitano grandi aspettative è proprio la Stark che, temprata da innumerevoli tragedie e istruita indirettamente da un maestro come Ditocorto, avrà tanto da dire.
Tra i momenti più toccanti della puntata, sicuramente l’abbraccio tra Arya e Jon merita un posto ragguardevole sul podio emotivo. Una stretta, la loro, che sa di ricordi struggenti, di odore di casa, di Ago, di distanze assottigliatesi tra le braccia. Eppure, Arya gli ricorda chi è, dov’è cresciuto, qual è la sua famiglia, di chi fidarsi. Lo stesso Jon che, a questo punto, vede cadere la sua corona di “King in the North”, a favore della sua Regina. A questo, pare che il legame Arya-Sansa sia destinato a fortificarsi e, insieme, sono destinate a far bene, a far paura. Cersei è avvertita.
Più a Sud, con ben altri pensieri, Cersei prepara vendetta: l’obiettivo principale è Tyron. È Bronn l’incaricato dell’arduo compito di trafiggerlo come il nano fece ille tempore con suo padre. Sappiamo, invero, che il rapporto tra la pecora nera dei Lannister e Bronn è sempre stato più profondo di quante sembrasse, pertanto sarà complicato immaginare il finale di questa storia.
Era la cosa che tutti ci aspettavamo, nel bene e nel male. La scoperta, la rivelazione per la quale tutti abbiamo aspettato per sette stagioni. Perché i piani di Jon Snow non potevano ridursi ai compiti di un Guardiano della Notte, c’era qualcosa di più ampio, ma soprattutto più alto. Il giovane Tarly, forse anche sulla scia dell’emozione per aver scoperto che l’amante del suo migliore amico ha fatto carbonizzare suo padre e suo fratello, ha finalmente svelato a Jon la sua vera identità, come nel miglior Star Wars. Insomma, Aegon adesso deve prendere una decisione: avere pretese per il trono e scontrarsi inevitabilmente con la zia/amante o, per il bene di Grande Inverno o di tutta Westeros, mettersi da parte e combattere per la vita? Bella domanda. Alla fine, si gioca tutto qui.
Ma il finale della 8×01 è, a furor di popolo, la scena migliore, o meglio quella che potessimo desiderare. Brann aspettava, come d’annuncio, un vecchio amico. Perché un po’ tutto di Game of Thrones è nato da lì, da quel volo dalla torre per mano di Jaime Lannister che, nel frattempo, è un uomo totalmente cambiato. In bene.
Lo sguardo enigmatico e pieno d’emozione, sicuramente contrastanti, dice tutto. E tutto non ci fa capire nulla. Di certo Brann non avrà tempo, suo malgrado, di richiedere il perdono dello Sterminatore di Re che, invece, sicuramente vorrà redimersi e chiedere scusa.
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