29 Gennaio 2017 - 10:01

Gigi D’alessio copia Pierangelo Bertoli

Gigi D'Alessio

Scambio di battute tra Gigi D’Alessio e il figlio di Pierangelo Bertoli. Dove prima interveniva la Siae, ora ci pensano i Social

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Ormai le tecniche di marketing e promozione sono diventate talmente subdole e scorrette da non permettere neanche al consumatore più esperto di riconoscere quando viene preso in giro. Ci si chiede, quindi, se la copertina dell’ultimo album di Gigi D’Alessio, che copia spudoratamente un disco di Pierangelo Bertoli, sia un mero espediente per far parlare del disco.

Laddove non interviene la Siae, però, ci pensano i Social. E infatti il figlio di Pierangelo Bertoli, Alberto, ha ben pensato di chiedere spiegazioni al cantautore partenopeo via Facebook, riguardo l’eccezionale somigGigi D'Alessiolianza tra la copertina di un disco di suo padre datato 1976 e quella dell’ultimo cd di Gigi d’Alessio.

Come si vede dall’immagine che riportiamo qui, la somiglianza tra il disco di D’Alessio e la copertina di “Eppure Soffia” è al limite dello spudorato. La cover ripropone, con una idea di fondo che forse, allo staff del cantautore napoletano sarà apparsa una grande intuizione, quel carattere autentico e genuino che da sempre è il marchio di fabbrica del caro Gigi.

Naturalmente lui ha negato tutto, rispondendo con cordiale noncuranza ad Alberto Bertoli, esprimendo assoluta stima per il lavoro del suo compianto genitore e assicurandolo che si trattava di un puro e semplice caso. Secondo quanto scrive Gigi D’Alessio nella sua risposta, egli si sente onorato per il fatto che questo fantomatico “caso” abbia voluto che venisse accostato ad un nome grande come quello del cantautore sassolese, e auspica di rimanere nella storia della musica almeno quanto lui.

Ovviamente il popolo del web non è rimasto indifferente e la pioggia si insulti si è abbattuta su Gigi con una velocità e una violenza rare, neanche se si stessero rivolgendo all’imputato di un processo per omicidio assolto ingiustamente. Il web giudica e si fa sentire, lo sappiamo, ma permane il dubbio che si sia trattato dell’ennesimo espediente per far parlare di un prodotto che, probabilmente, sarebbe stato solo uno dei tanti.
Come recita quel vecchio adagio, “nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli”. Amen!
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