Una giovane ricercatrice italiana, Valentina Tarallo, è stata uccisa a Ginevra
Una giovane ricercatrice, Valentina Tarallo, di 29 anni è stata aggredita e uccisa a Ginevra. Già identificato un sospetto in base alle testimonianze dei vicini, si tratterebbe di un uomo di origine africana
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Giovane ricercatrice di 29 anni, Valentina Tarallo, uccisa lunedì mentre rientrava in casa dal lavoro. La ricercatrice, originaria del Torinese, si era trasferita in Svizzera nel 2009 dopo la laurea, e si occupava di malattie del metabolismo presso il Department of Cell, Physiology and Metabolism dell‘Università di Ginevra.
Stava rientrando in Avenue de la Croisette, dove abitava, alla fine del turno di lavoro lunedì sera, quando un uomo, probabilmente di origine africana, tra i 20 e i 30 anni secondo le prime testimonianze, alto circa un metro e 90, si è avvicinato e l’ha colpita con una spranga di ferro per poi fuggire. Si è inizialmente pensato ad una rapina finita male, ma subito è stato chiaro che la persona in questione era presumibilmente una conoscenza della vittima.
Si indaga anche nel gruppo che la ricercatrice frequentava, su internet, dove si offrono i passaggi in auto da Torino a Ginevra e ritorno, tra i possibili ambienti entro cui possa essere maturata la violenza.
Sgomento e rabbia tra le persone che la conoscevano, gli amici e i conoscenti esprimono costernazione e rabbia per la giovane vita improvvisamente spezzata. Mentre i genitori raggiungeranno presto Ginevra. Il padre, Generoso, è un dipendente del comune di Torino in pensione. La madre, Mattea, è un’insegnante. La giovane aveva lasciato La Loggia, dove viveva con i genitori, per trasferirsi nella città elvetica e proseguire le sue ricerche dopo la laurea.
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