Giuliano Amato: eletto il nuovo presidente della Corte Costituzionale
Giuliano Amato è stato eletto come nuovo presidente della Corte Costituzionale. Rimarrà in carica fino a Settembre 2022, data in cui scadrà il suo mandato di nove anni
In seguito alla conferma ufficiale del secondo mandato di Sergio Mattarella come nuovo Presidente della Repubblica; solo poche ore dopo è arrivata anche la notiza che Giuliano Amato è stato eletto come nuovo presidente della Corte Costituzionale.
Nato nel Maggio del 1983 a Torino, nonché professore di diritto pubblico comparato ll’IUE di Fiesole e alla Sapienza di Roma, Giuliano Amato è stato nominato due volte Presidente del Consiglio da Giorgio Napolitano nel 1992-93 e un’ultima volta nel 2000-2001.
Conosciuto anche il soprannome di “Dottor Sottile”, la carriera di Giuliano Amato all’interno del Parlamento prosegue da 18 anni: è stato infatti anche Ministro dell’Interno e due volte Ministro del Tesoro. E’ il giudice costituzionale con maggiore anzianità e rimarrà in carica per i successi otto mesi, fino al 18 Settembre 2022, data in cui terminerà il suo mandato di nove anni.
Come prima azione, il presidente ha nominato i giudici Daria De Pretis, Silvana Sciarra, e Nicolò Zanon come vice-presidenti.
Giuliano Amato ha redatto 171 decisioni dal suo ingresso alla Corte costituzionale. Tra quelle più importanti ricordiamo quelle inerenti alla materia di diritti fondamentali e diritto all’identità personale. Basti pensare alla sentenza che ha esteso agli stranieri l’accesso al servizio civile (2015); a quella sulla trasmissione ai figli del cognome materno (n. 2016 e 2021). Si è pronunciato anche sul bisogno di prevenzione e di prestazioni assistenziali e previdenziali ai condannati (2021); sulla sentenza riguardante l’ordinamento penitenziario minorile (2019 e 2021) e quella che ha eliminato la necessità dell’intervento chirurgico per la rettifica anagrafica del genere (2015).
Nella conferenza stampa avvenuta subito dopo la sua elezione, Giuliano Amato ha dichiarato: “E’ un fattore essenziale la collaborazione tra la Corte costituzionale e il Parlamento. In questi ultimi anni la composizione dei contrasti è diventata ancora più difficile che in passato. Prima i contrasti erano economici, ma negli ultimi anni invece i conflitti si sono spostati sui valori quali libertà, sicurezza, famiglia. Sono conflitti impegnativi. Sono questioni su cui la Costituzione dice chiaramente che la soluzione oggi esistente non va, ma non indica la risposta. Ed è qui che la collaborazione tra Corte e Parlamento diventa un fattore essenziale. Una volta la Corte creava il vuoto e poi aspettava l’intervento del legislatore. A volte funzionava, altre no”.
Il neopresidente ha aggiunto: “A volte il Parlamento ha difficoltà a risolvere. Noi indichiamo al Parlamento come intervenire, ma se non lo fa rimaniamo in questa situazione. Fatto sta che dal cognome del madre e della padre, all’ergastolo ostativo, al suicidio assistito, noi rimaniamo con le nostre soluzioni, che sono corrette ma saremmo molto più contenti se fossero seguite da un intervento del legislatore“.
Inoltre, il Professore si è anche espresso in merito alla faccenda del Quirinale, commentando così la possibilità di elezione diretta del Presidente della Repubblica : “Non può essere vista come qualcosa che da sola si innesta in un sistema lasciandolo così com’è. Va cambiato il sistema“.
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