Il governo Meloni vuole smantellare il decreto dignità
Se c’è una forza politica che si opposta in maniera energica al decreto dignità è stata Fratelli d’Italia. Del resto, sono anni che il partito di Giorgia Meloni e il MoVimento 5 Stelle, che si è intestata la misura, si punzecchiano l’un l’altro
Se c’è una forza politica che si opposta in maniera energica al decreto dignità è stata Fratelli d’Italia. Del resto, sono anni che il partito di Giorgia Meloni e il MoVimento 5 Stelle, che si è intestata la misura, si punzecchiano l’un l’altro.
In ogni caso, però, il governo attualmente in carica ha deciso che, tra le varie riforme da cambiare, c’è anche il decreto dignità, approvato durante il Conte I nel 2018 quando al governo c’era, appunto, il MoVimento 5 Stelle e la Lega di Matteo Salvini.
Lavoro più flessibile
Due sono stati i punti più discussi della riforma: la limitazione del rinnovo dei contratti a termine e il divieto totale di sponsorizzare il gioco.
Partiamo dal primo punto. Con l’approvazione del decreto dignità, infatti, il rinnovo dei contratti a termine è stato più stringente costringendo le imprese a capire come fare nel caso di eventuali lavori che di per sé hanno una stagionalità e non prevedono assunzioni a tempo indeterminato.
Una stretta che, con il tempo, sembra sia stata un po’ allentata e il governo vuole allentare ancora di più, allargando le maglie dei rinnovi.
Ancora non si conoscono i tempi e le modalità nel dettaglio ma, in ogni caso, sembra che la direzione sia verso una riforma di questo tipo.
Cambierà la sponsorizzazione delle scommesse?
Andiamo, invece, al punto, forse, più importante. Quello che ha rischiato di mettere in ginocchio delle aziende che offrono migliaia di posti di lavoro e che sono un elemento portante dell’economia italiana.
Nel testo del decreto dignità, infatti, c’è scritto testualmente che è vietata “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro nonché al gioco d’azzardo, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e i canali informatici, digitali e telematici, compresi i social media”.
Giorgia Meloni, anche su questo punto, secondo alcune indiscrezioni, vuole completamente ribaltare la situazione e, pur ponendo alcuni vincoli come magari il divieto di pubblicizzare vicino a luoghi sensibili come le scuole e le chiese, offrire la possibilità di poter permettere sponsorizzate di questo tipo.
Le sponsorizzazioni delle aziende di scommesse erano una importante fonte di ricavo per tante imprese
Il fatto che non si possa sponsorizzare nessuna iniziativa inerente ai bonus casino, nessuna promozione per aumentare il numero di iscritti o per associare il proprio nome a un brand noto – si pensi ad esempio lo sponsor sulle maglie delle squadre di calcio -, ha messo in ginocchio una buona fetta dell’economia italiana.
Perché, che piaccia o no, il mondo delle sponsorizzazioni è sia un mondo complesso che non può essere tagliato fuori d’improvviso e che genera un indotto non indifferente, con annessi posti di lavoro. Che, di questi tempi, è certamente un bene.
Non si può ignorare tutto questo e, probabilmente, nel corso dei prossimi mesi potremo vedere delle modifiche.
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