Governo: quando la piattaforma Rousseau diventa Black Mirror
Il voto decisivo per la formazione del Governo PD-M5S sarà fornito dagli iscritti alla piattaforma Rousseau. L’ago della bilancia dipende da una macchina
Domani è il giorno. La deadline è fissata, e non si può più tornare indietro. Martedì 3 Settembre, i vertici del Movimento 5 Stelle indiranno un sondaggio per il Governo rimesso a tutti gli iscritti della piattaforma Rousseau. Questo per far decidere, in maniera “democratica” e “popolare”, la sorte del Paese ai cittadini di tutta Italia. In pratica, però, stiamo assistendo ad un vero e proprio ribaltamento del concetto di democrazia. A dare infatti il risultato sarà una macchina, che si pone come vero e proprio “deus ex” della politica italiana.
Una situazione a dir poco sensazionale, se pensiamo che la politica è nata come una disciplina oratoria da svolgere in luoghi pressoché “aperti al pubblico“. Man mano, si è sempre di più proceduto ad una spettacolarizzazione e ad un imbastardimento dell’arte che i Greci forgiarono con i mezzi di comunicazione di massa del momento. Se nel ‘900 ci aveva pensato la televisione a portare il dibattito nelle case di tutti, nel nuovo millennio (e soprattutto negli ultimi tempi) gli elettori sono sempre più affezionati ai social. Soprattutto, sono sempre più affezionati al mondo di Internet e delle serie TV.
E l’incertezza venutasi a creare nel Governo italiano ci riporta proprio ad una serie TV molto famosa in tutto il mondo: Black Mirror. Insomma, le vicende riguardanti un sondaggio su una piattaforma digitale come Rousseau riportano uno scenario distopico che, fino a poco tempo fa, non credevamo nemmeno possibile. Le vicende narrate nella serie, come quelle di Vota Waldo o di The National Anthem, nel 2011 sembravano rappresentare un futuro pazzesco, ipotetico, quasi irrealizzabile. Ora, invece, con la piattaforma Rousseau, sembra che il futuro sia qualcosa di vicinissimo, molto più di quanto le persone potessero credere.
Le macchine al potere
E così, siamo passati da una centralità rimessa al voto (o all’uomo, se vogliamo) ad una centralità rimessa alla macchina. La mossa operata dal Movimento 5 Stelle, che dovrebbe seguire i dettami della sua “piattaforma Rousseau”, è qualcosa di quanto più sbagliato possa esistere in natura. In primis perché abolisce uno dei principi fondamentali della Costituzione, ovvero la democrazia rappresentativa. Se è vero che la soluzione ottimale per il Governo italiano, in questo momento, è dettata da un’alleanza PD-M5S, sono gli stessi “strateghi di partito” a dover decidere, e non un pubblico che, magari, non ha nemmeno l’adeguata preparazione per farlo.
Le trattative per un Governo non si fanno a seconda degli umori della piazza. No. Ci si siede attorno ad un tavolo e si tenta di creare una coalizione nel miglior modo possibile, in modo da non sconvolgere le carte in tavola e da non basarsi su strategie di marketing. La mossa operata da Di Maio e compagni ha messo in evidenza quella “tecnocrazia” che tanto lo stesso Movimento aveva criticato. Come si suol dire, però, “chi disprezza vuol comprare”. E quindi ora lo stesso partito si trova “dall’altra parte”.
Sembrano davvero lontani i tempi in cui erano gli uomini a fare la politica, e non la piazza o i social. Un tempo, le decisioni si adottavano in maniera corale e senza avere la paura di sbagliare o altro. C’era, però, la consapevolezza che dovesse andare tutto per il verso giusto, altrimenti la stessa “piazza” ti avrebbe punito. Oggi, con l’avvento della piattaforma Rousseau in politica, basta un semplice ritocco per far cambiare le opinioni della gente. Tutto è il contrario di tutto, e colui che vince è quello che riesce a convincere di più la folla delle sue ragioni.
Proprio come in Black Mirror.
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