Come funziona il Green Pass negli altri Paesi Europei?
A livello nazionale il Green Pass non è stato applicato in maniera uniforme da tutti i Governi, ecco cosa cambia tra i vari Paesi dell’Ue
Il Green Pass è ormai in vigore in tutti i Paesi dell’Unione Europea, dal primo luglio infatti tutti i cittadini europei muniti della Certificazione Verde possono muoversi liberamente tra i vari Paesi dell’Ue. Ma a livello nazionale il piano di applicazione e la decisone delle conseguenti restrizioni per chi ne è sprovvisto sono stati decisi dai vari esecutivi.
In Italia il Green Pass serve per sedersi all’interno dei ristoranti, per andare in palestra, in piscina o al cinema, per mangiare a mensa e, dal 1 settembre, anche per salire su aerei e treni. Inoltre dallo scorso 6 agosto il Governo Draghi ha imposto l’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori, come il personale scolastico, docente e sanitario. Questa decisione ha collocato l’Italia tra i Paesi più severi nell’interpretazione della normativa sul certificato europeo anti-Covid. Vediamo le differenze con gli altri Paesi europei.
Francia
Già dal 9 giugno il Presidente Macron aveva imposto l’obbligo di Green pass per prendere parte a spettacoli, concerti, e rappresentazioni teatrali. Esattamente a distanza di due mesi il pass è diventato obbligatorio in bar e ristoranti (sia all’aperto che al chiuso), grandi magazzini e centri commerciali, ospedali, case di riposo, treni e aerei: come conseguenza, in tutti questi luoghi (mezzi di trasporto esclusi) l’uso della mascherina non è più obbligatorio, tranne che nei dipartimenti dove l’incidenza settimanale del virus superi i 200 casi ogni 100mila abitanti. Infine, il 15 settembre entrerà in vigore l’obbligo di vaccinazione completa per il personale sanitario: da quella data, chi lavora in ospedali e case di cura senza possedere il certificato sarà a rischio sanzioni.
Germania
In Germania è entrata in vigore la “regola delle tre G“: geimpft, genesen e getestet, ossia “vaccinato”, “guarito” o “testato”, le tre condizioni per ottenere il digitaler Impfpass, la versione locale del certificato verde. Che è diventato obbligatorio per accedere a ospedali, case di cura, palestre, piscine e ristoranti al chiuso, ma anche per andare dal parrucchiere o prenotare una stanza d’albergo. L’obbligo, però, potrà essere sospeso dai Länder in condizioni di bassa incidenza del contagio – sotto i 25 casi ogni 100mila abitanti – o bassa pressione sui reparti ospedalieri.
Diversamente dalla Francia e dall’Italia, però, la Germania non ha previsto obblighi di immunizzazione per alcuna categoria professionale, anche se è in corso il dibattito sull’opportunità di introdurlo per sanitari e insegnanti.
Spagna
Nel Paese Iberico non è stata prevista l’obbligatorietà del Green Pass. Alcune Comunità autonome – Galizia, Cantabria, Canarie – hanno provato a imporlo per l’accesso alle sale interne dei luoghi di ristorazione, ma uno dopo l’altro i rispettivi Tribunali superiori di giustizia hanno dichiarato l’illegittimità della misura. Lo stesso è successo in Andalusia, dopo il tentativo della giunta di imporre l’obbligo per accedere ad attività ricreative.
Nell’ interpretazione della ministra della salute Carolina Darias infatti la certificazione verde non è altro che un mero strumento per facilitare gli spostamenti all’interno dell’Unione Europea. Quindi per il momento in Spagna è consentito libero accesso in bar, ristoranti o altri luoghi. Non ci sono inoltre obblighi per le categorie professionali.
Danimarca
Prima che entrasse in vigore il pass a livello europeo la Danimarca ha approvato una Certificazione nazionale richiesta già da aprile per entrare nei bar, ristoranti, saloni di parrucchieri e altri negozi. La “linea dura” dell’obbligo per accedere a praticamente ogni attività al chiuso ha però ripagato: il Paese infatti si appresta a revocare tutte le misure di contenimento anti-Covid 19 dal 1 ottobre, con un allentamento graduale a partire da settembre.
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