Guarita dall’HIV con un trapianto: la storia
Un trapianto di sangue del cordone ombelicale di un neonato immune all’HIV: così una donna di New York ha sconfitto l’Aids
Una donna di New York è la terza paziente al mondo – nonché la prima donna – ad essere guarita dall’HIV grazie ad un trattamento sperimentale posto in essere dall’equipe del New York – Presbiteryan Weill Cornell Medical Center nella Grande Mela.
L’intervento, che trova due soli precedenti a Berlino e Londra, è stato eseguito nel 2017 e consiste nel trapianto di sangue proveniente dal cordone ombelicale di un neonato venuto al mondo con un’anomalia genetica che lo rende resistente al virus dell’HIV.
Dopo l’intervento, la donna ha preso farmaci anti-rigetto e antivirali per un periodo di trentasette mesi al termine dei quali, l’Aids è completamente sparita dal suo sangue.
Un tale protocollo sperimentale, apre una nuova importantissima frontiera nella cura del virus dell’HIV: se ne parla in questi giorni a Denver, in Colorado, dove è in corso la conferenza “I retrovirus e le infezioni opportunistiche”. Snodandosi in due fasi, alla trasfusione di sangue dal cordone ombelicale neonatale può seguire il trapianto di cellule staminali di adulti che per un’anomalia genica risultano immuni all’Aids, è una conquista anche da un punto di vista “logistico”: è molto più facile, infatti, reperire il sangue del cordone ombelicale che cellule staminali solitamente impiegate per il trapianto di midollo, che pongono anche l’ulteriore questione della compatibilità.
ARTICOLO PRECEDENTE
ARTICOLO SUCCESSIVO
Alla scoperta di Ovy, l’assistente virtuale che risponde alle mail