3 Giugno 2016 - 11:58

“I pesci devono nuotare”, il nuovo romanzo di Paolo Di Stefano

di stefano

Pubblicato il nuovo libro dello scrittore Paolo Di Stefano che racconta il viaggio di un adolescente coraggioso che decide di lasciare per sempre l’Egitto impoverito e senza prospettive per sbarcare in Italia

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Il nuovo romanzo di Paolo Di Stefano denominato “I pesci devono nuotare” (Rizzoli, pagine 304, € 17) pubblicato il 26 maggio scorso con Rizzoli nella collana Narrativa narra la storia di un ragazzo in fuga dall’Egitto alla ricerca di un futuro migliore in Italia.

Il protagonista del romanzo, Selim, è un ragazzo egiziano che racconta la sua avventura attraverso il deserto e il mare, un viaggio che lo condurrà dall’Egitto sino alla penisola italiana in cui nuovi sentimenti, mille emozioni e infinite scoperte lo aspetteranno.

Selim ci parla del suo villaggio, Telbana, situato nella regione a nord del Cairo, lo descrive come un paese fermo, in cui «Niente è terminato, le case sono provvisorie, i pali della luce elettrica sono storti, i balconi sono senza ringhiere e le finestre senza vetri, le insegne dei negozi sono oblique, le strade per lo più sono coperte di polvere, bottiglie, plastiche, cacche di cani».

In questo piccolo paese in cui il colore dei campi si fonde col rosso delle case incompiute e dei vicoli sterrati, vive Selim, con quel carattere particolare, determinato e solitario, e con quel nome che in egiziano significa «Tranquillo».

«Devi allungare i piedi fino a dove c’è la coperta», questo è quanto gli diceva il padre che gli ha insegnato il rigore e il senso del sacrificio negandogli completamente la libertà di sognare, di allungare i piedi pur avendo il nulla sotto di lui.

Ma Selim è tenace, determinato e non si accontenta di quella vita; così, con l’incoscienza e la forza dei suoi diciassette anni, attraversa il deserto e la Libia, fino a raggiungere il mare e imbarcarsi per l’Italia.

Si lascia dietro altre figure molto importanti: una sorella sempre più infelice del matrimonio organizzato e stabilito dai parenti; un maestro che lo ha sempre bacchettato sulle sue sottili mani spingendolo a studiar sempre di più fino a diventare bravissimo; un aurea molto forte lo ha da sempre accompagnato la stessa aurea che comincerà a stargli stretta e che gli permetterà di farsi forza iniziando così una grande e nuova entusiasmante avventura, la sua avventura.

Nonostante le bacchettate Selim ha imparato a studiare e la voglia di scoprire e capire il mondo cresce sempre più. Nuove prospettive le si presentano una volta sbarcato in Sicilia, insieme a centinaia di migranti che pregano e sussurrano affinché il sogno di una terra ferma si avveri.

Un riscatto dall’infanzia che si è lasciato alle spalle, parlare l’italiano meglio degli italiani, costruirsi un futuro son questi i suoi più grandi obiettivi. Una strada tutta in salita la sua quasi impossibile, ma Selim non si perde d’animo e tra un ostacolo e un altro cerca un suo piccolo posto nella caotica Milano.

Alla storia di Selim si affiancano, narrate in un linguaggio volutamente più precario, altre storie, molto più dure. Quella di Raymon o di Tawfik, un uomo e un altro ragazzo egiziano. Passo dopo passo, i personaggi e con loro il lettore, attraversano il Nord Africa di trasporto in trasporto, dirigendosi verso le coste della Libia.

Salim, in particolare, attraverso questo viaggio (della speranza) in mare inizia a distinguere i buoni dai cattivi, affronta un viaggio allucinante che si conclude con lo stesso protagonista cambiato, affascinato e spaventato dal paese accogliente, l’Italia. Incontrerà molti italiani: indifferenti ma anche (e per fortuna) generosi.

Il lettore, ormai immerso nella vicenda, si aggira tra le pagine cercando con ansia — prima in Sicilia, poi a Milano — chi finalmente aiuterà Selim a trovare ospitalità, lavoro e l’energia per continuare a studiare, per migliorare e vivere serenamente, col sorriso sulle labbra che tanto fa bene.

Questo accadrà al nostro caro Selim che in un passo dice: «Per la prima volta in Italia avevo un pavimento mio su cui camminare, sedermi per terra, sdraiarmi per terra, aprire le braccia, guardare il soffitto».

L’autore di “I pesci devono nuotare” è Paolo Di Stefano, classe 1956, di Avola, inviato speciale del “Corriere della Sera”. È autore di numerosi romanzi tra cui: Baci da non ripetere (1994); Azzurro troppo azzurro (1996, Premio Grinzane Cavour); Tutti contenti (2003, Superpremio Vittorini e Superpremio Flaiano); Aiutami tu (2005, SuperMondello); La catastròfa (2011, Premio Volponi); Giallo d’Avola (2013, Premio Viareggio-Rèpaci); Ogni altra vita (2015, Premio Bagutta). [ads2]