23 Aprile 2021 - 18:16

Ibla: “Dopo Amici 20 sogno di scrivere per Fiorella Mannoia”

Ibla Amici 20

La giovane cantautrice siciliana Ibla (al secolo Claudia Iacono) dopo l’esperienza ad Amici 20 ha in cantiere anche un ep “in cui si sentirà un po’ di me, della mia artisticità sempre in evoluzione”

A qualche settimana dalla sua eliminazione da Amici 20 Ibla è un fiume in piena di progetti: E’ quasi tutto pronto per l’uscita del mio primo Ep, in cui ci saranno sia canzoni già sentite in tv che inedite”, mi anticipa durante la nostra chiacchierata telefonica di questa mattina, “E poi sì, ti confesso che mi piacerebbe moltissimo anche scrivere per altri colleghi e colleghe, un esempio su tutti… Fiorella Mannoia!”

Prima di guardare al futuro, facciamo però un passo indietro. Hai lasciato la scuola di “Amici” da qualche settimana. Hai avuto modo di metabolizzare tutto? Che esperienza è stata?

In realtà sto ancora oggi cercando di ritrovare un equilibrio. La scuola di “Amici” è un po’ come una bolla,  è come stare per un periodo su Marte e poi ritornare sulla Terra. In generale sto bene, e il bilancio dell’esperienza è assolutamente positivo: oggi se vuoi mi sento più consapevole di me stessa. “Amici” mi ha insegnato la prontezza, la massima concentrazione. Lì ogni giorno sei messo alla prova, impari a stare sul pezzo.

Il tuo percorso ad Amici 20 è stato caratterizzato da un cambio di prof: entrata per volere di Rudy Zerbi, hai poi vissuto il Serale sotto l’egida di Arisa. C’è un insegnamento in particolare che entrambi ti lasciano e che farai tuo per il futuro?

Guarda, anche in questo caso avrei bisogno di tempo per capire: so per certo che tutti mi hanno lasciato qualcosa, ma per capire realmente cosa dovremmo risentirci tra almeno un annetto (ride, ndr.). Quello che ti posso dire è che ho ricevuto sicuramente un grande  incoraggiamento da Rudy, che mi ha voluta fortemente nella scuola, e che invece da Arisa mi sono sentita accolta, capita in tutte le mie sfumature musicali ed interpretative, quelle più riflessive e quelle dove invece il mio obiettivo è far divertire la gente.

Sei entrata nella Scuola di Amici con il singolo “Libertad” (dallo scorso 9 Aprile in rotazione radiofonica), che getta una luce sulla vocazione internazionale del tuo cantautorato. La passione per la lingua spagnola da dove proviene? Sembra tu la padroneggi perfettamente…

E’ una cosa che mi porto dentro, sono sempre stata una grande appassionata della musica e della cultura spagnola. Penso che abbia a che vedere proprio con le mie radici siciliane, non solo perché in Sicilia abbiamo vissuto circa quattrocento anni di dominazione spagnola, ma anche perché – da appassionata di musica folk – ho sempre ravvisato molte similitudini tra la musica folk siciliana e quella spagnola. Ascolto musica spagnola da quando ero piccola: mio nonno ha lavorato per anni a Santo Domingo e ha avuto modo di girare tutta l’America Latina; quando tornava portava sempre a casa dei vinili, che mi faceva ascoltare per farmi stare buona.

E invece sul versante della musica italiana chi ha formato i tuoi ascolti?

I miei genitori sono grandi appassionati del cantautorato italiano, da Guccini a De Andrè. Per me ascoltare i grandi del passato è da sempre fondamentale, anche per la mia scrittura, perché sono convinta che senza uno sguardo al passato, alle proprie radici, non si può costruire nulla di nuovo, non c’è futuro.

Le radici per te sono importantissime, e te le porti anche nel nome d’arte (il vero nome di Ibla è Claudia Iacono, ndr.)…

Cercavo un nome che desse pienezza a tutte le mie emozioni, a tutto quello che fuoriesce dalla mia voce e dalla mia penna. E l’ho trovato in Ibla, che ho scoperto essere il nome di una Dea siciliana, Dea della Primavera e dell’Inferno. Due concetti antitetici, come l’antitesi è spesso il meccanismo alla base di quello che scrivo.

A proposito dei cantautori italiani che citavamo prima, è stato proprio l’esecuzione di un pezzo di De Andrè, Don Raffaè, a causare una prima rottura tra te e Rudy Zerbi. Quale delle critiche del tuo coach ti ha fatto più male? Cosa pensi non abbia compreso del tuo modo di approcciarti ai brani?

Quando canto, io non lo faccio mai per farmi vedere o per farmi dire quanto sia brava. A me piace entrare dentro le canzoni, viverle, proprio come fanno gli attori per un personaggio. E allora studio, faccio delle ricerche: nel caso di Don Raffaè, per esempio, oltre che sulla canzone stessa, ho fatto anche qualche ricerca sulla situazione nelle carceri, e penso sia stato il lavoro più denso che ho fatto nel corso di “Amici”. Perciò, sentirmi dire da Rudy che mi fossi fatta “un altro film” o che stessi cantando tutt’altra canzone, mi ha fatto male, perché io invece mi ci sentivo realmente dentro.

Ulteriore oggetto del contendere tra te e Rudy Zerbi è stato il tuo inedito No Te Gusta, che è già un piccolo tormentone. In generale, qual è il processo creativo che porta alla nascita di una tua canzone?

Credo sia un po’ tutta una magia, che non ti so dire realmente da dove provenga. So solo che quando sono in un buon periodo, come questo, mi basta prendere in mano una chitarra o ascoltare un beat per cominciare a creare. Nel caso di No Te Gusta, è nata prima la musica – come mi accade quasi sempre quando scrivo. Una volta che ho costruito la melodia, la ascolto in cuffia e ci canto sopra, in finto inglese o in finto spagnolo dipende, ed è essa stessa a suggerirmi le parole che ci stanno meglio sopra. No Te Gusta, se vuoi, è una canzone di denuncia. Io voglio invitare chi mi ascolta a liberarsi dai pregiudizi e a non cercare di cambiare per gli altri. Cambiare per gli altri non è giusto per noi.

Quello dello scontro con Rudy è stato senz’altro il momento più duro del tuo percorso ad Amici 20, durante il quale hai potuto contare sul sostegno dei tuoi compagni e in particolare di Raffaele. Prendendo spunto dalla vostra amicizia, che è nata ben prima del talent, c’è una caratteristica artistica che gli ruberesti?

Indubbiamente l’elasticità vocale. Raffaele ha una voce talmente duttile che può cantare davvero qualsiasi genere, cosa che invece io non posso fare. E’ una questione di conformazione vocale, io ho una voce più bassa ed intensa.

Abbiamo parlato prima del momento più faticoso che hai vissuto ad Amici 20. Il più bello, invece, qual è stato?

Direi due: quando sono entrata nella Scuola e mi sono seduta al mio banco, e quando finalmente ho ottenuto la maglia per il Serale; sono stati momenti in cui ho provato emozioni ugualmente belle ed intense.

Hai dovuto abbandonare la Scuola nel corso della seconda puntata del Serale, quando – per la verità – ti ho vista un po’ meno a fuoco rispetto all’esordio. Possibile che tu in qualche modo avvertissi di dover uscire?

Guarda, in tre mesi ad “Amici”, impari a vivere di sensazioni e di sesto senso. Quindi sì, quella sera era come se avvertissi che la mia avventura stesse per concludersi. Ciò che mi ha aiutato è stato vivermi ogni giorno di questa esperienza come se fosse l’ultimo; così, quando poi l’ultimo giorno è arrivato davvero mi ha trovata pronta (ride, ndr.)

C’è qualcosa del tuo essere artista che, essendo uscita praticamente all’inizio del Serale, ti dispiace non sia venuto adeguatamente fuori?

Indubbiamente se avessi avuto più tempo, sarebbero venute fuori altre sfaccettature di me. Ma alla fine sai cosa penso? Che non mi sarebbe bastato neppure tutto il Serale per far venir fuori tutta la mia artisticità. L’arte, di per sé, è continua evoluzione.

Ultima domanda: chi dovrebbe vincere Amici 20 e perché?

Parlo del mio, quindi del Canto: direi Raffaele, Tancredi o Aka. Mi piacciono ugualmente tutti e tre per motivi diversi, non saprei scegliere.