Il Milan e la difficile arte del trattare i rinnovi
Dopo le delusioni di quest’estate, il Milan inizia ad accordarsi per i rinnovi dei suoi giocatori. Riuscirà anche con Kessie?
In Casa Milan sono stagioni turbolente. Mentre in campionato la squadra macina punti e da due stagioni pare ormai ritornato al vertice della Serie A, in società l’argomento rinnovi è ormai un taboo. Maldini e Gazidis si sono ritrovati più volte in situazioni tutt’altro che gestibili. Prima il caso Donnarumma e Raiola, con il portiere titolare della nazionale che trattava il suo passaggio a paramentro zero al PSG. Subito dopo il tradimento di Calhanoglu, passato agli odiati cugini per pochi spicci di differenza. I rinnovi per il Milan sono ormai una situazione delicatissima, da maneggiare con cura e nei giusti modi.
Ma dove nasce tutta questa problematica? Perché i giocatori stessi del Milan non hanno intenzione di rinnovare con il club, dopo che sono diventati grandi grazie soprattutto ad esso? I motivi possono essere molteplici, ma sicuramente uno su tutti sta facendo la differenza.
Il Milan non era più un top club
Il fattore scatenate è stato soprattutto questo. Dopo i vari passaggi di proprietà, l‘AC Milan ha perso il suo status da top club, italiano e soprattutto europeo. Questa nuova situazione, insieme alla crisi economica, ha di fatto sancito il bisogno di dover ricominciare da zero, e di puntare al ribasso almeno all’inizio sulla qualità e la notorietà della rosa. Così si sono puntati giocatori futuribili, che al momento del loro ingaggio avessero un costo salariare decisamente al ribasso rispetto agli anni d’oro del club. Quei giocatori sono stati valorizzati, e gli è stato dato lo spazio per risplendere all’interno della Serie A. Pensiamo al già citato Calhanoglu, promessa in Bundes, che solo nelle ultime stagioni ha dimostrato davvero di meritarsi forse un contratto da top club.
Purtroppo però i progetti come quelli del Milan non sono a breve termine. Costruire una squadra vincente ripartendo da zero e con pochi fondi richiede tempo. Tempo che però i giocatori non hanno, poiché il momento migliore della loro carriera è tanto fugace quanto decadente. Per questo al momento delle trattative per i rinnovi, gli atleti si sentivano in dovere di richiedere un nuovo contratto, che rispecchiasse il loro momento di forma. Donnarumma ad esempio, che nonostante la sua giovane età ha difeso la porta dei rossoneri per 6 stagioni, ha preferito la proposta del PSG nonostante gli 8 mln offerti da Maldini. La paura di sentirsi imprigionati e di non poter vincere a Milano, ha spinto i giocatori del diavolo ha rifiutare il rinnovo di contratto per club più vincenti e più ricchi.
Ibra e Romagnoli restano
Nonostante ciò, ci sono giocatori però che hanno deciso, o stanno per confermarlo, di voler rimanere ancora dalla parte del diavolo. Zlatan ha già confermato la sua intenzione di voler rimanere un altro anno in rossonero, fino al 2023. Lo svedese ha dato incarico al suo agente di trovare l’accordo con il club, proprio quel Mino Raiola ancora non gradito in Casa Milan. E non solo, l’italo-olandese dovrà discutere anche della situazione di un altro suo assistito. Pare infatti che ci siano margini anche per il rinnovo di Andrea Romagnoli. Anche se abbastanza criticato nell’ultimo periodo, il capitano ufficiale dei rossoneri vuole prolungare il suo matrimonio con il Milan.
Che questi due accordi possano essere una controtendenza ce lo dirà solo il tempo. A parte la situazione Conti, difficile da gestire a causa dei suoi tanti infortuni, il caso Kessie preoccupa e non poco in dirigenza. Maldini rischia di rivivere una situazione analoga a quelle di quest’anno, poiché il giocatore adesso richiede per la sua permanenza un contratto da vero top player, a cifre difficile da sostenere per ora dal Milan. Staremo quindi a vedere se la lotta allo scudetto e gli stimoli dell’ambiente riusciranno finalmente a far terminare quello che ormai per il diavolo è il capitolo più doloroso e spinoso di ogni stagione.
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