Stasera su SKY un classico fanta-horror, Il Mostro della Laguna Nera

Questa sera alle ore 0,45 su SKY3D Il Mostro della Laguna Nera, un cult di Jack Arnold ed un capolavoro horror fantascientifico del 1954

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Il Mostro della Laguna Nera (Creature from the Black Lagoon), girato in bianco e nero e in formato stereoscopico, è un classico della storia del cinema: il primo film subacqueo in 3-D. Durante una spedizione paleontologica lungo il Rio delle Amazzoni, un gruppo di scienziati si imbatte in una laguna rimasta immutata per milioni di anni, fin dalla preistoria.

«I miei uomini la chiamano la laguna nera: è un paradiso. Soltanto dicono che nessuno è mai tornato indietro per descriverlo.»

In questa misteriosa Laguna Nera è stata avvistata una creatura mostruosa: il Gill-man, un ibrido metà umano metà anfibio.

Scientificamente il dipnoo (volgarmente detto “pesce polmonato”) è l’anello di congiunzione evolutiva tra gli animali acquatici e quelli terrestri, ma questo “mostro” della profondità ignote del Rio delle Amazzoni è il legame vivente con la notte dei tempi: Gill-man è “inspiegabile per la scienza eppure vivo e reale”.

Inizia così la caccia.  Ormai braccato, il mostro della Laguna Nera, spinto dall’istinto di sopravvivenza, si trasforma da ambita preda eremita in cacciatore distruttivo e spietato: così chiude al battello ogni via di uscita.

Il film termina con l’inquadratura del suo corpo apparentemente senza vita: ma i sequel La Vendetta del Mostro e Terrore sul Mondo fanno presagire altro.

Ne Il Mostro della Laguna Nera c’è la solita valenza erotica, tipica del genere: il rapimento della bella Kay (Julie Adams), prigioniera della vendetta quanto della bramosia del mostro.

“Solo la bellezza di una donna lo ha fatto uscire allo scoperto”.

Gill-man però ha la solidarietà dello spettatore, al cui sguardo appare come un eroe solitario, destinato ad essere un perdente in una società repressiva: la civiltà è spietata con il diverso.

Emblematica, in tal senso, la citazione di Billy Wilder in Quando la moglie è in vacanza, che, nel guardare Il Mostro della Laguna Nera in televisione, fa commentare a Marilyn Monroe che quella creatura anfibia in fondo è solo una povera vittima bisognosa di affetto.

Realizzato dal costumista Bud Westmore, su disegno di Millicent Patrick, il Gill-man in lattice di gomma verde e oro è entrato nell’immaginario collettivo del Fanta-horror, al pari del cinema del suo fautore Jack Arnold, cineasta dalle tipiche ambientazioni desertiche o lagunari.

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