24 Settembre 2019 - 12:15

Il Traditore di Marco Bellocchio rappresenterà l’Italia agli Oscar 2020

il traditore oscar 2020

Il film di Marco Bellocchio, Il Traditore, è stato scelto per rappresentare l’Italia durante gli Oscar 2020 nella categoria ”Miglior film straniero”

Il Traditore è stato scelto dalla commissione istituita dell’ANICA come rappresentate dell’Italia agli Oscar 2020 nella categoria ”Miglior film straniero” che da quest’anno cambia nome in ”International Feature Film”.

La pellicola di Marco Bellocchio ha conquistato il primo posto dopo la difficile competizione con: Martin Eden di Pietro Marcello, La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi, Il primo Re di Matteo Rovere, e Il vizio della speranza di Edoardo de Angelis.

Il Traditore, film su Tommaso Buscetta (interpretato da un magnifico Pierfrancesco Favino), narra la storia del mafioso e poi collaboratore di giustizia membro di Cosa Nostra. La pellicola è stato presentato in anteprima mondiale in concorso alla 72ª edizione del Festival di Cannes e distribuito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 23 maggio 2019, mentre in America, verrà proiettato dal 27 novembre. Alla sua prima settimana di proiezione, il film ha incassato 1.445.295 €

Per sapere se il film farà parte dei 50 candidati agli Oscar 2020 dovremmo aspettare il 13 gennaio, data in cui l’Accademy renderà note tutte le candidature nelle varie categorie. La cerimonia vera e propria poi, con la premiazione, è stata fissata per il 9 febbraio 2020.

Trama

All’inizio degli anni ’80, la Sicilia è capitale mondiale del traffico di droga, divisa tra famiglie di Cosa Nostra palermitane e corleonesi (di cui è leader Totò Riina), che lottano fra loro pur mantenendo una facciata di amicizia. Durante una festa a casa di Stefano Bontate tra boss di entrambi gli schieramenti, Tommaso Buscetta, un boss affiliato alla mala di Palermo, avverte il pericolo di una faida imminente e decide di emigrare in Brasile per seguire i suoi affari al sicuro. Le tensioni non tardano a manifestarsi e si scatena una serie di omicidi a boss mafiosi e familiari; i due figli di Buscetta e suo fratello, rimasti in Sicilia, vengono fatti sparire, e lui stesso si sente braccato in America Latina. Inoltre, la polizia brasiliana lo identifica e lo cattura, sottoponendolo a numerose torture fisiche e psicologiche, successivamente viene chiesta l’estradizione in Italia che Buscetta in un primo momento evita ingerendo della stricnina.

Ormai rimasto senza potere né denaro, Buscetta viene salvato e rimpatriato in Italia, finendo quindi nel mirino dei rivali corleonesi. Il giudice Giovanni Falcone gli offre un’alternativa: collaborare con la giustizia, che per il codice d’onore mafioso equivale a un tradimento punibile con la morte. In una serie di interrogatori, Buscetta rivela al giudice nomi, organizzazione e rituali di Cosa Nostra, diventando così il primo collaboratore di giustizia della storia, benché abbia sempre rifiutato di definirsi un pentito; anche il suo vecchio compagno Totuccio Contorno inizierà a collaborare con la giustizia.