Imballaggi, l’Italia chiede modifiche al regolamento
L'Italia vuole evitare un impatto negativo per quanto riguarda gli imballaggi. Si rischia molto dal punto di vista soprattutto economico
Giusto un anno fa, il presidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, presentò la proposta per il riciclo degli imballaggi in modo tale da accaparrarsi lo scetticismo dell’Italia. Già allora l’industria del riciclo della nazione, infatti, forte del proprio primato in Europa, aveva espresso forti perplessità per la scelta e l’impianto del regolamento. Oggi Timmermans non c’è più, si è dimesso in agosto. E chiaramente, a questo punto, l’Italia chiede una forte modifica su tutto ciò che riguarda, per l’appunto, le regole europee.
Il ministro per le imprese e il made in Italy Adolfo Urso, ieri a Strasburgo, ha sottolineato la necessità di dover cambiare le regole per gli imballaggi: “Sono venuto qui per incontrare come doveroso tutte le delegazioni italiane al parlamento europeo per chiedere loro di fare squadra con le nostre istituzioni e le nostre imprese, a sostegno del sistema industriale e sociale italiano, a cominciare dal cruciale dossier sugli imballaggi. Avrebbe un impatto molto pesante sul nostro sistema produttivo, ove non fosse modificato sostanzialmente.“
Anche l’europarlamentare della Lega, Silvia Sardone, ha detto la sua volontà: “Bruxelles vuole gettare al vento anni di investimenti nel settore del riciclo: tra 2001 e 2021 sono stati spesi oltre 7 miliardi di euro per sviluppare la raccolta differenziata in Italia e oltre 4 miliardi di euro per coprire i costi di avvio a riciclo e recupero dei materiali. Vogliono eliminare gli imballaggi in plastica aumentando lo spreco, compromettendo la sicurezza alimentare e togliendo un importante elemento di protezione, a tutela della salute, durante il trasporto dei prodotti.“
Si preannuncia, dunque, una lotta aspra.
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