Gli immigrati che nessuno vuole
Gli immigrati ed il loro rapporto con il Vecchio Continente. Le parole che non trovano riscontro nei fatti di un’istituzione ormai alla deriva
La settimana in corso sarà ricordata come una delle più bizzarre per quanto riguarda uno dei tempi più discussi del momento: l’immigrazione.
Con la presentazione del Dl Salvini, la chiusura dei porti da parte della Francia (in controtendenza a quanto detto pochi giorni fa nei confronti dello stesso Ministro Salvini) e il caso degli immigrati italiani in Germania si è aperto il nuovo confronto – con tanto di ricette personali – sul tema.
I tre casi considerati, infatti, consentono una più ampia riflessione che, al netto delle singole posizioni, mostra un’involuzione da parte degli Stati e un’ampia sofferenza di tutto il sistema Europa.
Considerando il primo punto, in cui si va al di là del mero e volgare discorso su nazionalisti ed europeisti, è possibile notare un’unica certezza: nessuno vuole gli immigrati.
Il messaggio – come al solito chiaro, semplice e diretto quando si oltrepassano le parole di circostanza – percorre quella linea sottile perchè si torni a parlare di migrazioni (plurale utilizzato appositamente) e, contemporaneamente, di nuovo atteggiamento verso l’altro. Difatti, considerando gli immigrati economici come il male da combattere (è quanto affermato un po’ da tutti neanche tanto velatamente) non solo si dimentica in un solo attimo la storia di ogni specifica realtà- che ha visto il susseguirsi, in maniera differente, di diversi flussi migratori in entrata ed in uscita – ma anche quel diritto alla felicità sciorinato in varie salse dalle Costituzioni nazionali.
Il secondo punto, che ben si ricollega a quello precedente, deve considerare necessariamente lo stato di salute dell’Europa.
La gara a chi è più o meno solidale, a chi rispetta più o meno le regole, a chi si allea con l’una o l’altra parte su un tema per rafforzare il fronte senziente dell’Europa crea solamente un’ avanzata condizione comatosa dell’intero sistema in cui si continua ad andare avanti solamente perché altrimenti si starebbe da soli. Questo elemento, evidenziato praticamente in ogni discussione (che riguardi gli immigrati o no) non solo rende ancor più inutile un organismo basato sulla regola del più forte – o meglio sul più furbo politicamente – ma aggrava una situazione politica ormai al limite del gestibile.
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