19 Giugno 2018 - 12:23

Immigrazione, se Conte bacchetta Salvini…

Cellula di crisi Macron Aquarius Francia Deficit

Dopo l’annuncio del censimento dei Rom, è scontro tra Conte e Salvini. L’ira del premier, da Berlino, è sintomo dell’inizio di una lotta intestina?

Giuseppe Conte era andato in trasferta a Berlino con un’idea ben precisa in testa. L’obiettivo del premier era quello di discutere con il presidente tedesco Merkel e ricalibrare l’agenda di governo sui temi cari al M5S. Peccato che, a rovinare tutto, ci abbia pensato l’assedio leghista di Matteo Salvini.

Il leghista se n’è uscito con un’altra delle sue proposte bellicose, figlie di un martellamento quotidiano sull’immigrazione. Ma, proprio a questo punto, l’ira del primo ministro scoppia furiosa. Di fronte alla schedatura dei rom, gli ambienti raccontano di un Conte davvero arrabbiato, che telefona a Luigi Di Maio e chiede di gettare acqua sul fuoco. Cosa che effettivamente avviene, ma che lascia degli strascichi indelebili e dà il segnale dell’inizio di una “lotta intestina” tra le due forze di Governo.

Ogni viaggio internazionale del premier è accompagnato da dichiarazioni choc di Salvini. Le coincidenze ora sono tante e pesano. Il ministro dell’Interno ruba la scena, creando una sorta di stress test per il Movimento 5 Stelle. Ma allora, qual è la strategia del contrattacco? Semplicemente non cincischiare e muoversi. Ecco allora rispuntare il reddito di cittadinanza.

Di Maio, con una frase eloquente, fa capire che la riscossa è partita: “Parliamo troppo di immigrati e poco di lavoro e delle nostre battaglie. Bene occuparsi di immigrazione, ma prima occupiamoci dei tanti italiani che non possono mangiare.

Alla fine, è proprio su questo che punteranno i pentastellati per contrastare il dominio verde che si sta profilando all’orizzonte. La tanto sbandierata lotta alla povertà, l’assistenza sociale, il bisogno di soddisfare le esigenze degli italiani sembrano essere tornate al primo posto. Dopo un breve periodo di appannaggio e oscurantismo per colpa di Matteo Salvini, sembra che il partito di Beppe Grillo voglia rimboccarsi le maniche e far capire che la loro lotta non è finita lo scorso 31 Maggio.

La strategia del contrattacco

La paura più grande dei grillini, manco a dirlo, è proprio la strategia di Salvini. Il leader della Lega sembra essere ancora in campagna elettorale, non smette di fare propaganda. Ciò potrebbe prospettare l’intenzione, da parte sua, di tornare al voto in tempi brevi, in modo da sbaragliare la concorrenza pentastellata e prendersi il Governo di diritto.

Anche per questo, Conte, sul tavolo del vertice con la cancelliera Merkel, avrebbe piazzato come primo tema quello del reddito di cittadinanza. Il vero cavallo di battaglia del Movimento rispunta al momento opportuno, come acqua sul fuoco sulla gestione interna del Paese.

L’Unione Europea è sul piede di guerra con l’Italia proprio per la questione immigratoria e per le politiche alquanto intraprendenti del ministro dell’Interno. Ecco perché il premier vuole “spostare la visuale” su necessità più impellenti, cercando di trasferire la sfida alle regole UE sul tavolo economico.

Confortato dal sostegno di Emmanuel Macron che lavora a un piano di unione bancaria e rafforzamento del bilancio comunitario, Conte parla di “condivisione dei rischi”. Parole che Merkel accoglie con prudenza e tattica benevolenza, più che altro per tenere sotto controllo a livello strategico l’Italia, che ora come ora sembra una mina vagante.

Le parole di Di Maio

A confermare questa tesi, si pone anche lo stesso ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. Già venerdì scorso, Di Maio aveva riunito i componenti grillini del Governo per fare il punto. L’obiettivo, naturalmente, era quello di organizzare una strategia adeguata di contrattacco, per evitare l’egemonia leghista.

Lo sfogo sarebbe stato condiviso con il premier Conte. Segno che, dall’altra parte, dopo un bel periodo di stallo e di quiete, forse si sono svegliati e finalmente hanno capito che, più che un alleato, in casa hanno chi vuol fargli le scarpe. E ci sta lentamente riuscendo.

Non è un caso che la rettifica di Salvini sia arrivata proprio di fronte ad un input da parte del presidente del Consiglio. Conte è stanco. Stanco di voler fare unicamente la comparsa in un Governo che, in ogni caso, gli spetta di diritto, ma che finora sembra essere tutto fuorché di sua proprietà.

E allora, è ora di porre un argine al populismo incontrastato di Matteo Salvini, alla sua lotta ostinata contro l’immigrazione. Non si può più trascurare chi veramente ha bisogno di politiche sociali, che aiutino l’Italia intera a crescere. Basta parlare di immigrazione, basta portare avanti questa politica “d’attacco” contro altre razze.

È arrivata l’ora di fare effettivamente qualcosa. E quel qualcosa passa anche dal reddito di cittadinanza.

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