3 Luglio 2020 - 10:29

L’incontro tra Conte e Zingaretti: il tentativo di ricucire un rapporto in bilico

conte, decreto ristoro DPCM Lombardia

Conte teme il fuoco amico rappresentato dai 5 Stelle e dal leader Nicola Zingaretti. Ma il segretario PD ribadisce “Noi leali”

C’è aria di crisi nella maggioranza del governo Conte 2 nato dal matrimonio tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. La maggioranza ribolle e si teme la tanto attesa crisi di governo che potrebbe portare, a neanche un anno dalla formazione, alla caduta del governo. A far preoccupare Conte è sopratutto il fuoco amico ovvero la guerra silente tra PD e Movimento 5 Stelle. L’incontro avvenuto ieri tra il capo di governo e il segretario Nicola Zingaretti cerca di spegnere i malumori.

L’incontro dura meno di un’ora e Conte nega difficoltà di rapporti sul piano personale con il segretario dem. Come riportato dal Corriere della Sera, i collaboratori dell’avvocato raccontano che i due si sarebbero persino fatti una risata sulle ricostruzioni politiche che li dipingono ai ferri corti. “Io non ho niente contro di te, non voglio logorare il governo, anzi voglio renderlo più forte, ma sono questi continui rinvii che lo indeboliscono. Rischiamo di arrivare a settembre con troppi nodi da sciogliere e con le Regionali da affrontare divisi». Queste le parole di Zingaretti. Se il centrodestra conquistasse Marche e Puglia, per Zingaretti “non sarebbe un problema del Pd, ma di tutta la coalizione e del governo.” Nonostante abbia molto apprezzato l’appello di Conte ai 5 Stelle per andare uniti alle elezioni, il segretario continua a essere preoccupato: “In autunno la situazione potrebbe diventare esplosiva e noi dobbiamo essere pronti.”

Le dichiarazioni di Conte tentano di ricucire.Dobbiamo stare ai fatti e puntare ai risultati, non alle polemiche. Se le semplificazioni non saranno ostacolate avremo segnato un punto importantissimo anche in Europa». Conte si dice stupito che siano i suoi stessi partiti a fargli la guerra e non nasconde il disagio per i tanti cambiamenti che Franceschini e Orlando hanno imposto al testo, la madre di tutte le riforme. Il leader dem assicura che il Pd non ha intenzione di bloccarlo, tanto da aver dato mandato al vice segretario e al capo delegazione di chiudere questo e gli altri dossier in tempi veloci: «Dobbiamo andare avanti recuperando quello spirito unitario che permeava la coalizione durante l’emergenza Covid, così da poter procedere spediti e fare le cose.»