Io sono una finestra, Coruzzi e Di Michele contro la discriminazione
Mauro Coruzzi (Platinette) e Grazia Di Michele, la coppia più discussa di questo Festival di Sanremo, ma che ha emozionato il pubblico con l’interpretazione di Io sono una finestra, uno dei testi più impegnati di questa edizione
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Io sono una finestra, uno dei testi più impegnati di questa edizione del Festival di Sanremo, che vede come protagonista lo stesso Mauro Coruzzi, per il quale Grazia Di Michele aveva composto il brano qualche tempo fa. “Quando ho conosciuto meglio Mauro è nato in me il desiderio di dedicargli una canzone che lo descrivesse, e che nel contempo parlasse delle difficoltà di chi è costretto a vivere nel pregiudizio.“, ha dichiarato la cantante.
Mauro Coruzzi dichiara di essersi emozionato molto al primo ascolto, nonostante avesse da tempo superato quella fase di transizione in cui sentiva addosso il peso della discriminazione. “Forse non mi rispecchia oggi dopo tanto dolore, ma penso che possa servire a chi vive ancora nel pregiudizio, a chi sente solo, ma anche ai bulli, un esempio positivo per chi fa del male agli altri.”
Un’ombra di rossetto contro l’ipocrisia
Io non so mai chi sono eppure sono io
Anche se oltre il vetro per me non c’è mai un Dio
Ma questo qui è il mio corpo benché cangiante e strano
Di donna dentro un uomo eppure essere… umano
La Di Michele è riuscita a fotografare la storia di Mauro con la sensibilità tipica delle donne, delicatezza indispensabile per affrontare un tema come quella della contraddizione sessuale. Noi siamo quello che siamo, non quello che è scritto sulla carta d’identità. Le persone sono prima di tutto persone, un concetto all’apparenza elementare ma che ancora oggi non è rispettato del tutto all’interno della società, dove non tutte le individualità vengono accettate.
Io non so mai chi sono io sono per la gente
Coscienza iconoclasta volgare e irriverente
Ma questo è solo un corpo il riflesso grossolano
Di donna o forse uomo comunque essere umano
Io non so mai chi sono eppure sono e vivo
Più del pregiudizio che scortica cattivo
Ma quando spio il mio corpo, che si riflette piano
Non c’è una donna o un uomo solo un essere umano
La discriminazione non riguarda solo la sessualità, ma può essere generalizzata ai pregiudizi estetici, religiosi, sociali, e colpisce in maniera random. Interessante anche la ricerca lessicale del testo, con versi eleganti e melodici, quasi recitati durante l’esibizione.
Io sono una finestra velata di vapore
In questa notte gelida deserta ed incolore
Rispecchia la finestra la carne e le emozioni
Di me che sono specchio delle contraddizioni
..Io sono una finestra che aspetta che il vapore
Svanisca come un sogno.
Insomma Grazia e Mauro sono riusciti a rispecchiarsi uno nell’altro, comunicando attraverso una ‘finestra’, che rappresenta la vicinanza, la comprensione, l’empatia che spesso manca in un mondo che si lascia andare a facili giudizi, banalizzando figure televisive come quelle di Platinette, senza coglierne il reale spessore e valore umano.
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