23 Settembre 2022 - 10:44

Iran: 31 morti nelle proteste per la morte di Mahsa

Continuano le proteste in Iran per la morte di Mahsa, la 22enne uccisa dalla "polizia morale" perché portava male il velo

Iran

Mahsa era stata fermata la settimana scorsa dalla “polizia morale” dell’Iran perché indossava male il velo. Dall’hijab della ragazza 22enne infatti fuoriusciva una ciocca di capelli. Il decesso della ragazza è avvenuto sotto la custodia della polizia iraniana. Difatti Mahsa è entrata in coma ed è deceduta all’ospedale di Teheran, dove era stata ricoverata. La polizia iraniana ha subito messo le mani avanti affermando che il decesso fosse un “tragico incidente”.

La giovane, secondo attivisti e dissidenti, è morta a causa delle torture e dei maltrattamenti subiti in carcere. Sarebbe una vittima, in altre parole, di un sistema che perseguita le donne e attenta quotidianamente all’esercizio delle loro libertà fondamentali. La vicenda investe anche il difficile rapporto tra establishment e minoranza curda, da sempre ai margini.

Dopo la morte di Mahsa il Paese è scoppiato in una protesta senza precedenti, migliaia di donne si sono riversate in strada togliendosi l’hijab e bruciando il velo islamico. Anche i social network sono diventati la nuova piazza di protesta nel caso Mahsa, in segno di solidarietà moltissime donne hanno infatti cominciato a pubblicare video dove si tagliano i capelli, si tolgono il velo o lo bruciano.

Non si è fatta attendere di contro la risposta del regime islamista dell’Iran che ha iniziato in modo violento a reprimere le proteste. Sono almeno 31 civili che sono stati uccisi nella repressione. “Il popolo iraniano è sceso in piazza per lottare per i propri diritti fondamentali e la propria dignità umana (…) e il governo sta rispondendo a queste manifestazioni pacifiche con le pallottole“, ha denunciato il direttore della Ong Mahmood Amiry-Moghaddam.   

Intanto continuano le proteste, i manifestanti hanno protestato nella notte in 15 città dell’Iran, bloccando il traffico, incendiando cassonetti e veicoli della polizia, lanciando pietre contro le forze di sicurezza e scandendo slogan antigovernativi.