1 Dicembre 2020 - 17:52

Iran vs USA, si complicano i rapporti dopo l’uccisione del fisico Fakhrizadeh

Iran

Iran: l’uccisione del fisico nucleare Mohsen Fakhrizadeh genera nuovi punti di tensione con gli Stati Uniti. Nel mirino anche Israele

Non si placano le tensioni in Iran, dopo l’improvvisa uccisione del fisico nucleare avvenuta venerdì 27 novembre il paese è in fermento. Mohsen Fakhrizadeh, ucciso in un attacco armato vicino alla capitale Teheran, era a capo dei programmi segreti perché Teheran raggiunga l’arma nucleare. La sua uccisione ha creato un ulteriore punto di rottura, i cittadini infatti si sono riversati nelle strade del Paese per chiedere giustizia.

USA, una nuova intromissione?

La vicenda iraniana si ripercuote però nei rapporti internazionali, soprattutto quelli con gli Stati Uniti sospettati di aver ordinato l’uccisione. Gli ultimi giorni dell’amministrazione Trump infatti creano pesanti scompigli anche per affossare Biden. Trump in questo senso ha intenzione di scongiurare un possibile ritorno degli Usa agli accordi nucleari (JCPOA), accordi che Biden invece potrebbe accogliere in vista di un migliore diplomazia. A questo proposito il caos in Iran renderà più difficile la diplomazia del Paese. D’altro canto Donald Trump aveva già avvisato che gli ultimi giorni del suo mandato non avrebbero riservato sorprese.

Le tensioni tra Iran e USA sono sempre state evidenti, dopo l’Election Day e la conseguente sconfitta di Trump il punto di frattura si è accentuata. Il 12 novembre il presidente uscente ha convocato una riunione con i suoi collaboratori più stretti. La richiesta è stata di valutare le opzioni per attaccare il principale sito nucleare iraniano. Gli USA hanno poi annullato, in quanto Trump decise di rinunciarvi.

Il timore di molti iraniani è che dietro l’uccisione di Mohsen Fakhrizadeh però ci sia anche Israele, storico nemico del Paese. Israele costituisce infatti l’alleato chiave degli Stati Uniti. Dunque risulta facile pensare ad un possibile accordo specie dopo il vertice segreto tra Netanyahu (primo ministro di Israele), Mike Pompeo, (segretario di Stato degli USA) e il capo del Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana.

La strategia iraniana

Ad oggi non è chiaro come reagirà l’Iran all’ennesimo attacco. La situazione già tesa dopo l’uccisione del generale Soleimani rischia adesso di peggiorare. Ad oggi, l’ala conservatrice della classe politica spinge per una vendetta. In linea generale però potrebbe prevalere l’attuale linea di Governo, che abbraccia la cosiddetta “pazienza strategica” cercando di guardare al lato politico della faccenda. Il Paese infatti è alla stregua. L’emergenza epidemiologica del Covid-19 ormai diventata ingestibile sta mettendo a dura prova la popolazione già stremata da una grave crisi economica. Ad essa si aggiungono inoltre le pesanti sanzioni statunitensi.

L’Iran spera in un cambio di rotta nei rapporti con gli Stati Uniti. Per questo motivo guarda con speranza alla nuova amministrazione capeggiata da Biden. Il nuovo presidente infatti potrebbe segnare una svolta nei rapporti diplomatici incrinati in alcuni punti dal suo predecessore.