Che musica si ascolta sull’Isola delle Rose?
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Il nuovo film italiano Netflix “L’Incredibile Storia dell’Isola delle Rose” è incisivo anche per la sua colonna sonora, che celebra i magnifici Anni Sessanta
E’ uscito su Netflix lo scorso 9 Dicembre, “L’Incredibile Storia dell’Isola delle Rose”, nuovo film del regista salernitano Sydney Sibilia (“papà” della saga di Smetto quando voglio) che si ispira alla storia vera dell’Ingegnere Giorgio Rosa il quale, nel 1968, fonda a Rimini, appena fuori dalle acque territoriali italiane uno Stato autonomo e indipendente che altro non è se non un compendio in scala dell’esigenza di libertà avvertita in quel periodo in tutto il mondo, il cui grido si è levato forte in particolare a partire dalle Università d’oltralpe.
Prima di ispirare la nuova fatica cinematografica di Sibilia, l’iperbole creativa di Rosa è stata raccontata anche in musica, in particolare dalla band bolognese degli EAR nel singolo Insulo de la Rozoj, quarto estratto dall’album “EXOUSIA”, uscito a Marzo scorso per la storica etichetta indipendente PMS Studio.
Il brano degli EAR (Cristiano Sapori e Andrea Barlotti),online dallo scorso 25 Novembre è accompagnato da un videoclip-cortometraggio (che ad oggi gravita attorno alle 23mila visualizzazioni, il cui protagonista è Begonio, una marionetta (nata dal talento artigiano e artistico di Gianliuca Palma) che, alla ricerca della propria libertà, simboleggiata da una farfalla della quale Begonio si lancia all’inseguimento, tenta di uscire da un bosco ombroso e selvaggio, che altro poi non è che un diffuso sentimento di incertezza che lo opprime, e mai come in questo momento potremmo sentirci più in empatia con lui.
Come Begonio, anche il Giorgio Rosa de “L’Incredibile Storia dell’Isola delle Rose” è alla ricerca della propria libertà da alcune convenzioni sociali dalle quali non si sente rappresentato e garantito: e la musica, poi, è un altro degli ingredienti fondamentali del film di Sibilia, che come predicativo di alcune scene chiave del suo racconto, pesca a piene mani dal repertorio dei maggiori successi degli Anni ’60.
Legata ad un granello di sabbia- Nico Fidenco (1961)
Prima traccia dell’ideale viaggio nella musica dei ruggenti Sessanta che Sibilia opera attraverso il suo nuovo film, è “Legata ad un granello di sabbia” di Nico Fidenco: scritta dallo stesso Fidenco con Giorgio Marchetti, la canzone fu scartata da Sanremo 1961, ma trovò il suo deciso successo grazie a Canzonissima del ’68. La hit (seconda per vendite annuali solo a “Strangers in The Night” di Frank Sinatra”) ha dato il via al cosiddetto “filone estivo” della musica italiana, quello che oggi si chiamerebbe “dei tormentoni”. Sibilia lo inserisce all’interno de “L’Incredibile storia delle Rose”, a compendio di una scena in notturna quando la progettualità sognante di Giorgio Rosa viene interrotta da una fenomenale tempesta di pioggia: il mare grosso, porterà all’Isola anche il suo primo cittadino ufficiale.
Il Geghegè- Rita Pavone (1966)
Qualcuno dei nostri lettori più giovani, forse si stupirà a leggere che il Geghegè, hit che afferisce al periodo forse più florido della carriera di Rita Pavone, che dopo la vittoria al Cantagiro del 1965 con la canzone Lui inanellerà un successo dietro l’altro, sia stato scritto da Lina Wertmuller su musica di Bruno Canfora. Quella non fu, tuttavia, la prima volta che i destini artistici di Rita e Lina si incrociarono: l’anno prima, infatti, la regista aveva diretto Il Giornalino di Gian Burrasca, sceneggiato dall’omonimo romanzo di Vamba con Rita Pavone nei panni del protagonista.
Tornando al Geghegè, che fu anche sigla di una delle cinque puntate di Studio Uno nel ’66, Sibilia la inserisce nel suo film per dare slancio ad una scena di gruppo, quando cioè tutti gli abitanti dell’Isola delle Rose sono intenti a godersi la loro ritrovata libertà, anche attraverso la musica e un ballo che tutti conoscono.
Sognando la California- Dik Dik (1966)
Questo pezzo è la cover del brano California Dreamin’ dei The Mamas & The Papas: Pietro Montalbetti lo ascoltò da Mogol e, essendone rimasto folgorato, chiese al paroliere di adattare il testo in italiano affinchè potesse inciderlo.
Sibilia lo inserisce ne “L’Incredibile Storia dell’Isola delle Rose”, per dare ancora più vigore alle motivazioni di Giorgio Rosa, che poco prima aveva incassato i dubbi del padre riguardo alla praticabilità del suo progetto.
Sole Spento – Caterina Caselli (1967)
Scritta da Daniele Pace, Mario Panzeri e Lorenzo Pilat, con “Sole Spento” Caterina Caselli partecipa nel Sessantasette alla trasmissione tv “Partitissima”, abbinata alla Lotteria Italia: Sibilia la inserisce alla fine de “L’Incredibile Storia dell’Isola delle Rose”, quando il protagonista assiste inerme (insieme con i suoi amici e la sua compagna Gabriella) alla demolizione del suo progetto utopico.
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