Israele, perché il vaccino anti-Covid è somministrato al bancone di un bar
La campagna vaccinale ad Israele è stata condotta quasi interamente al bancone del bar, ecco il perché di questa scelta insolita
Ogni volta che viene intavolata una discussione sulla somministrazione dei vaccini contro il Covid-19 Israele è una delle realtà più citate, sia per la sua celerità che per il piano vaccinale condotto in maniera molto originale rispetto agli altri paesi. Da mesi infatti i media e i tg di tutto il mondo stanno illustrando la campagna di vaccinazione israeliana che avviene difatti al bancone dei bar, e non si tratta di un modo di dire.
Nei bar della movida e in qualsiasi altro locale d’Israele basta accomodarsi al tavolo o al bancone stesso, ordinare da bere e dopo poco arriverà un’infermiere munito di vaccino pronto da iniettare. Le presone dovranno avere con sè solo i propri documenti e a vaccinazione conclusa riceveranno un Green Pass che attesta la somministrazione dell’antidoto contro il Covid. Il Green Pass permette di fare diverse attività tra quelle che sono considerate più a rischio di contagio, tra cui andare in palestra o in piscina, in locali e ristoranti, nei teatri e negli stadi. Ha una validità di 6 mesi e può ottenerlo anche chi sia già stato contagiato dal coronavirus (in quel caso è valido fino a fine giugno).
Quella messa in atto da Israele è una campagna vaccinale molto insolita eppure la ratio, così come affermato dalle autorità locali, è nel tentativo di coinvolgere quanti più giovani possibili. L’intento è comunque riuscito, Israele infatti ha convinto a vaccinarsi persone che vedevano meno ragioni per farlo, perché meno soggette a contrarre forme gravi di COVID-19. Al momento in Israele circa il 60 per cento dei 9 milioni di abitanti è stato vaccinato almeno con la prima dose, e anche la percentuale di chi ha già ricevuto la seconda dose è alta, intorno al 50 per cento.
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