4 Agosto 2016 - 01:07

Italia, l’intelligence che funziona

Aftab Farooq

Italia, l’intelligence che funziona. Per Aftab Farooq, il pakistano sospettato di terrorismo, è arrivato il decreto d’espulsione diretta. Questa procedura estrema se applicata in altri casi, dove si è atteso troppo, avrebbe potuto evitare alcune delle stragi degli ultimi tempi

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Dopo un anno e mezzo di indagini in cui gli investigatori hanno assistito alla sua radicalizzazione, alla fine per Aftab Farooq è arrivato il decreto d’espulsione diretta. Il pakistano era sospettato di terrorismo e veniva intercettato da tempo, fino a che ieri è stata applicata la procedura di espulsione diretta, con l’ordine partito direttamente dal Ministro dell’Interno Alfano. Quella dell’espulsione è una procedura considerata “estrema”, ma viene da pensare riguardo la sua efficacia, specialmente considerando che, se applicata in altri casi, dove si è atteso troppo, avrebbe potuto evitare alcune delle stragi degli ultimi tempi. Considerando l’ultimo episodio in ordine di tempo, in cui ad uno degli attentatori che hanno ucciso un prete cattolico in Francia era bastato solamente giurare di rigare dritto, e il giudice che aveva in mano il procedimento contro di lui gli aveva creduto. Nonostante gli indizi contro di lui fossero molti e consistenti, nessuno lo ha fermato ne isolato. Il diciottenne ha compiuto l’attentato con il braccialetto elettronico alla caviglia. In Italia almeno in questo caso la giustizia funziona.

Pronto a colpire

Secondo le indagini, Aftab Farooq  era pronto a colpire l’aeroporto di Orio al Serio. In base alle intercettazioni, che poi hanno portato alla decisione di espellerlo definitivamente, nel dicembre dello scorso anno il pakistano era stato intercettato in auto con un amico, e le celle telefoniche agganciate erano quelle della zona dello scalo di Orio al Serio. Si sente l’uomo esclamare “Se si vuole attaccare un aereo non è difficile.  Guarda, c’è soltanto un filo…”, in questo caso egli si riferisce alla rete di recinzione che corre lungo l’aeroporto. Si è scoperto anche che l’uomo aveva già giurato fedeltà al califfo Abu Bakr al Baghdadi attraverso la formula in uso tra i combattenti dello Stato islamico, ripetendola ad alta voce ma soprattutto, secondo l’Antiterrorismo, Aftab Farooq era assolutamente pronto a colpire in Italia a breve termine.

Aftab Farooq

Aftab Farooq era stato capitano della nazionale italiana di cricket under 19

Nel pomeriggio di ieri, durante la trasmissione di Rai1 “Estate in diretta“, era intervenuta la moglie, che lo ha difeso strenuamente raccontando come fosse ormai integrato e quanto fosse tranquillo e conducesse una vita normale. Ma gli investigatori del Ros di Milano, guidati dal tenente colonnello Paolo Storoni e coordinati dall’aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Piero Basilone, hanno di lui un’immagine ben diversa. Dalle intercettazioni emergono le continue violenze contro la moglie e le deliranti dichiarazioni d’intenti nei confronti della lotta portata avanti dal sedicente stato islamico. Aftab Farooq lavorava come magazziniere al Decathlon di Basiano, in provincia di Milano, e viveva in affitto in un appartamento di Vaprio d’Adda, conducendo una vita apparentemente ordinaria. Ma nelle ultime settimane aveva stretto amicizia con un giovane convertito all’Islam, che in base alle intercettazioni avrebbe chiesto al pakistano come comportarsi durante il Ramadan, ricevendo dall’uomo tutte le informazioni riguardo i modi e i tempi del digiuno. Ma egli aveva insistito affinché il giovane non parlasse della sua conversione ai familiari, forse per farne un suo complice senza destare sospetti. Fermato sabato, Aftab Farooq è stato messo su un aereo per il Pakistan ed espulso ieri. Era in compagnia del padre, che come anche la moglie lo ha difeso fino all’ultimo e che ha scelto di andare insieme a lui affermando che in patria rischierebbe la vita.

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