15 Marzo 2021 - 16:23

Johnson, caso Everard: “Sentenze più dure per i crimini sulle donne”

boris johnson Ucraina

Boris Johnson promette giustizia per il rapimento e l’omicidio di Sarah Everard. “La voce delle donne dev’essere ascoltata”

Il rapimento e l’omicidio della giovane Sarah Everard, uccisa lo scorso 3 marzo, continua a scuotere le piazze londinesi. Forti tensioni nei giorni scorsi, in occasione di una manifestazione a protesta del brutale omicidio, di cui ancora una volta, è stata vittima una donna. La dura repressione da parte della forze dell’ordine fa discutere e a parlarne è proprio il primo ministro britannico, Boris Johnson.

L’impegno di Boris Johnson

Johnson si è detto “profondamente turbato” dagli avvenimenti degli ultimi giorni. La morte della giovane Everard, osserva Johnson “ha unito l’intero Paese in un lutto devastante.”
Il primo ministro ha così annunciato il suo impegno nella ricerca di “risposte per ciò che è accaduto a Sarah“, preannunciando l’appuntamento di domani alla Camera dei Comuni, per discutere e proporre “misure nuove e sentenze più dure per stupratori, molestatori e per i crimini di violenza domestica“.

Paura per le strade

L’omicidio di Sarah Everard – per cui sarebbe indagato un agente di polizia – ha portato alla luce una paura già largamente diffusa tra le donne: il timore delle strade. Everard era, infatti, di ritorno a casa, da Clapham Common a Brixton, strade frequentate ogni giorno da centinaia di persone, specialmente giovani donne.

Proprio per le modalità e lo scenario, dapprima della scomparsa e poi dell’omicidio di Sarah Everard, che in questi giorni la tensione, ma soprattutto la paura tra le donne, si è concretizzata in manifestazioni di protesta per le strade. Oltre a Boris Johnson, anche il capo della Polizia Metropolitana, Cressida Dick non ha potuto fare altro che notare quanto “le donne siano preoccupate e spaventate” da ciò è accaduto a Sarah Everard, perché sarebbe potuto accadere a loro.

Le voci delle donne

Le dure repressioni dei giorni scorsi, sempre per mano di alcuni agenti della polizia, costringono ad interrogarsi sul lavoro della giustizia nei riguardi dei crimini contro le donne. A tal proposito, il primo ministro Boris Johnson promette un maggiore impegno da parte delle istituzioni, per una strada ancora in salita, affinché “le persone sappiano, ma in particolare che le donne sappiano, che ogni denuncia di violenza sarà ascoltata, che ogni voce sarà ascoltata e noi ci assicureremo che ciò avvenga.”

In occasione della giornata internazionale sulle donne, il membro del parlamento, Jess Philips aveva così deciso di elencare i nomi di tutte le vittime, donne e giovani ragazze, uccise negli ultimi 12 mesi, per mano di uomini. Ben 118 i nomi elencati da Philips, che ha così commentato: “Dobbiamo semplicemente accettare che gli omicidi a discapito delle donne sono una parte integrante della nostra vita quotidiana. Una donna uccisa non è un evento raro. Una donna uccisa è un evento comune.”