Il pericolo della (dis)informazione: la denuncia delle bufale sul web
Notizie finte e alterate pur di ottenere visualizzazioni e guadagno. I responsabili di Bufale.net e Butac.it hanno deciso di agire: denunciati alla Polizia Postale di Bologna gli autori di alcuni siti web
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È cosa oramai nota che, con l’era di internet, sia cambiato radicalmente il modo di fare e recepire l’informazione. Basta scorrere la home di un qualsiasi social network e la “rassegna stampa” quotidiana è servita. Eppure in pochi, a volte neanche gli addetti del mestiere, pensano a verificare la fonte di ciò che con un solo click si apprestano a leggere. Basta un titolo accattivante, una foto che attiri l’attenzione ed è fatta, la notizia verrà letta, condivisa e fatta circolare come veritiera. È proprio questo tipo di meccanismo che, sempre più spesso, milioni di siti web sfruttano per i propri guadagni, illegalmente e violando qualsiasi norma deontologica.
Esistono portali che, pur di guadagnare visualizzazioni, like e condivisioni e, di conseguenza, denaro, inventano di sana pianta notizie o stravolgono completamente notizie vere per darne una versione più appetibile. Hanno lavorato su questo fenomeno i responsabili dei siti Bufale.net e Butac.it. Nati proprio con l’intento di smascherare le notizie false che il web propina continuamente ai suoi utenti, questi portali hanno deciso di investigare a fondo e denunciare gli autori di siti web come Vox news.info, seguito da Tutti i crimini degli immigrati.com, Identità.com, e Resistenza nazionale.com.
Tutti questi sono infatti soliti sfruttare temi di assoluta attualità, come immigrazione e tendenze sessuali, per pubblicare e rendere note false notizie volte chiaramente alla denigrazione di immigrati ed omosessuali.
“Vengono esagerate, manipolate e stravolte notizie vere, così da cambiarne completamente il significato, incrementando odio razziale, incitando alla violenza, o denigrando alcuni soggetti.” Ha spiegato David Alejandro Puente Anzil, ideatore di Bufale.net, durante una conferenza stampa a Bologna, convocata proprio a seguito della denuncia fatta alla Polizia Postale Bolognese.
I quattro siti posti al centro dell’indagine farebbero tutti capo ad uno stesso responsabile: Giovanni Tognoli. Questi, in rete, tende a nascondere la sua identità pubblicando le notizie a nome di uno generico “redazione” o dello pseudonimo “giannitogni”.
Alla mobilitazione di Bufale.net e Butac.it ha aderito anche il Comune di Bologna, da subito dimostratosi sensibile all’argomento ed interessato ad arginare un sistema virale di informazione dannosa. L’era dell’informazione online rende, infatti, tutto possibile e fruibile e navigarci può diventare quanto mai pericoloso.
È chiaro che ci troviamo di fronte ad un oramai totale abuso, peraltro illegale, del cosìdetto “quarto potere”, l’informazione appunto. Per alcuni è diventata ordinaria amministrazione, un lavoro che ad alcune “finte testate” porta un guadagno di decide di migliaia di euro l’anno.
“Fino a qualche anno fa – ha raccontato Michelangelo Coltelli, webmaster di Butac, che da diversi anni si impegna a tenere costantemente sotto controllo il web per smascherare le finte news– incontravamo soprattutto notizie sciocche, come quelle su animali giganti, oppure bufale sul settore medico. Oggi, invece, le notizie false che spopolano sui social sono quasi tutte razziste o omofobe. C’è stato un picco. E questo è preoccupante. Anche perché gli under 40 utilizzano soprattutto internet per informarsi, e cadere in questi tranelli è molto facile. Basti pensare che a volte, nella corsa alle visualizzazioni, ci cascano anche giornalisti di importanti testate”.
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