2 Agosto 2016 - 11:03

La rete del falso: non solo notizie, ora anche le persone possono essere un’illusione

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La rete del falso: non solo notizie, ora anche le persone possono essere un’illusione. Con il dating online sempre più diffuso, anche nel nostro Paese, bisogna stare attenti agli individui con cui creiamo una relazione virtuale. Dietro ogni profilo si nasconde un potenziale fake

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La rete del falso. Per chi fa un mestiere come il nostro, verificare la fonte e la sua attendibilità è vitale al fine di dare una notizia pulita e certa. Ma per chi guarda alla rete e ai social con occhio distratto, cascare nel tranello del falso è più facile di quel che si pensi.

In principio erano i profili social, in cui era l’immagine ad attirare e il “falsificatore” metteva una fotografia ad hoc per attirare persone dell’altro sesso. I profili con immagini dei vip erano i più riconoscibili come falsi, ovviamente, ma nel perfezionare questa tecnica ci si è trovati difronte a gente che utilizzava foto reali, di gente reale, di cui si rubavano, letteralmente, foto e ricordi.

MTV ci ha realizzato un programma, seguitissimo, che si chiama CATFISH, e che mostra come sia facile cascare in questo tipo di suggestioni, che alla lunga si insinuano nella vita delle persone creando un mondo illusorio che poi, quando crolla, lascia una sensazione di vuoto e di amaro in bocca che non si dimenticano facilmente.

Cos’è un falso

Si tratta di un’utenza fasulla, creata a mano da un singolo oppure prodotta in serie da software dedicati. Nel primo caso essa può corrispondere un utente in carne e ossa, che ha creato il profilo con l’obiettivo di mettere in atto azioni mirate, dalla diffamazione allo stalking fino all’insulto e alla denigrazione generica, ma anche per promuovere prodotti o indirizzare le discussioni. In parole si tratta di qualsiasi account in cui qualcuno si spacci per qualcun altro, o di qualcosa che produca online attività simili a quelle di un utente autentico, reale.

Le cifre del falso in rete

Le principali piattaforme sono infestate dal virus, lo sappiamo, e sono soggette a periodiche “bonifiche”. Facebook, ad esempio, avrebbe all’incirca 81 milioni di profili fake, ma secondo altre stime sarebbero quasi 170 milioni. Sull’altro social più in voga, Twitter, sarebbero circa 20 milioni. Ma le piattaforme del dating online, sempre più diffuse anche nel nostro Paese, non sono da meno. Tinder, tra le più popolari nel mondo, li sfrutta per aumentare il numero delle utenze femminili mentre altre piattaforme simili ammettono di utilizzare questi cosiddetti “fembot”, utenze automatizzate programmate per adescare gli utenti maschi. I privati, invece, ne acquistano per falsificare le recensioni e i giudizi su piattaforme come Amazon o TripAdvisor.

Uno dei pochissimi casi in cui l’Italia è avanti rispetto agli altri Paesi è proprio questo. Dal 2014, infatti, il ricorrere ad un profilo falso costituisce reato grazie a una sentenza della Cassazione, la n. 9391 di quell’anno. Insomma, dal dating al business, delle recensioni finte, dalla propaganda interna alla criminalità organizzata e al terrorismo, fino alla lotta politica, il falso è in ogni angolo della rete. Un caso per tutti, quello del “50 Cent Party” cinese, che altro non è che il “cyberesercito” regolarmente stipendiato dalla Repubblica popolare. Secondo uno studio dell’università di Harvard, questo piccolo esercito è in grado di produrre circa 448 milioni di commenti falsi in un anno, inerenti ad interventi orientati politicamente e stabiliti dal governo centrale.

I dibattiti digitali vengono falsati con commenti e opinioni, quasi sempre sotto mentite spoglie, per guidare le discussioni verso temi più graditi agli alti al governo di Pechino. Ciascuno di questi “soldatini social” riceve 5 jiao, cioè 0,08 centesimi di dollaro, a intervento.

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