18 Marzo 2016 - 00:24

La sinistra incapace di essere di sinistra

La Sinistra globalizzata non è più capace di organizzare, agitare, di rispondere, di immaginare. Dalle controversie dell’ex operaio metalmeccanico Lula Da Silva, alle spaccature interne di Podemos, sino all’inchino di Alexīs Tsipras alla Troika

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1789. Poco prima della Rivoluzione Francese, furono convocati gli Stati Generali. Il Terzo Stato, a rappresentanza del 98% della popolazione Francese, si pose alla sinistra del Presidente dell’Assemblea. Quei deputati erano portatori di idee progressiste e radicali.

La sinistra incapace di essere di sinistraDa quel momento, essere a sinistra non indicava meramente una dissociazione da chi era diametralmente opposto, ma implicava un preciso costrutto identitario. Storicamente e ideologicamente, la sinistra politica si è edificata attorno alla dottrina socialista. I primi zampilli risalgono a quel Socialismo Utopistico Europeo, che andava diffondendosi a partire dall’esperienza rivoluzionaria francese del 1789 e del 1871, con la costituzione della prima formazione alternativa all’autorità monarchica, la Comune, soppressa nel sangue dall’esercito francese.

Owen, Blanqui, Proudhon, e su tutti Marx svilupparono una dissertazione che man mano diveniva sistematica e scientifica, influenzata dalla secolarizzazione feudale, dal nuovo assetto socio-economico e dalla condizione delle masse operaie, cui dopo la rivoluzione industriale e la comparsa del primo Capitalismo, si riversavano nelle aree urbane e cedevano l’unico bene disponibile, la forza lavoro, in cambio del salario e dell’alienazione produttiva.

Il socialismo scientifico articola i concetti di superamento delle strutture capitaliste e della proprietà privata, delle logiche di accumulazione, dell’alienazione, delle disuguaglianze sovrastrutturali, sino a costituire una dottrina di pensiero, denominata altresì comunismo, in opposizione al primo socialismo utopistico, da Karl Marx nel “Manifesto del Partito Comunista” del 1848.

La rappresentanza dei conflitti sociali divenne, causati dalle iniquità strutturali, il mezzo. L’egualitarismo, giustizia sociale e la sostanziale ricerca del bene collettivo i fini ultimi.

Nei secoli, la maglia si è allargata, incorporando ridefinizioni e continue ristrutturazioni. Socialismo, comunismo, anarco-comunismo, socialdemocrazia, marxismo, leninismo, stalinismo, socialismo cristiano, socialismo islamico, liberalismo sociale, socialismo libertario, ecosocialismo: declinazioni storicamente determinate, ma derivanti dal medesimo campo semantico.

La sinistra incapace di essere di sinistraQuindi, la Sinistra è stata chiaramente definita nell’identità, nelle intenzioni e nei valori ispiratori. Un progetto che ha  generato fondamentali esperimenti politici, di rappresentanza, di confronto intellettuale, di proposte di alternanza all’ordine precostituito.

Nella post-modernità, caratterizzata dalla globalizzazione della produzione e dello scambio, dalla fine del bipolarismo, dalla supremazia economico-finanziaria sulla politica, dallo svuotamento degli istituti democratici, dall’esclusività neoliberale, dalla ristrutturazione produttiva, dalla precarizzazione salariale e dalle diffcoltà fiscali degli Stati, che tipo di Sinistra s’è determinata? Che tipo di progettualità politica è in gioco?

Ad oggi, le pratiche politiche facenti capo a Podemos, in Spagna e Syriza, in Grecia sono i sintomi di una Sinistra che non è più capace di ritrovare se stessa. Modelli ispirati dalla comune opposizione alle politiche di austerità imposte dalla finanza svincolata dalla determinazione della sovranità nazionale, ma differenti nelle componenti identitarie, soffrono dell’incapacità di creare progetti a lungo termine e creare soggettività disfunzionali alle logiche sistemiche.

Ad avvalorare tale condizione, gli esiti del passaggio da un’opposizione di piazza e popolare all’ istituzionalizzazione: subito dopo i rispettivi successi elettorali, hanno dovuto  fare i conti con le difficili condizioni intestine.

Il leader greco di Syryza Alexis Tsipras, ottenuta la carica di Primo Ministro nel Gennaio del 2015, ha tentato di rinegoziare le condizioni di saldo del debito pubblico con la Troika e Fondo Monetario Internazionale. Nonostante la volontà popolare e l’opposizione governativa, Tsipras ha ceduto alle pressioni internazionali, imponendo politiche economiche e fiscali austere, pur di ottenere la fiducia e il credito degli istituti sovranazionali.

Il caso di Podemos è differente. Fondato da Pablo Inglesias Turrion nel marzo del 2014, ha vissuto una fase ascendente con la conquista di 5 seggi alle Elezioni Europee 2014 e ottenendo il 20% delle preferenze alle amministrative del 2015. Un movimento antisistemico che ha raccolto l’elettorato “indignato”, che contiene al proprio interno più anime, più identità, con la conseguente problematica del frazionamento. Pablo Inglesias ha dovuto ricorrere all’epurazione pur di contenere la lottizzazione e il pericolo di scissioni interne, rafforzando la leadership.

Altro caso extraeuropeo è quello brasiliano, relativo a Luiz Inácio Lula da Silva. Un’operaio metalmeccanico, rappresentante della sinistra radicale. Un uomo che nel 2002 riesce ad ottenere la presidenza della Repubblica. Ammorbidisce la sua Sinistra, abbraccia politiche socialdemocratiche, riuscendo ad ottenere prestiti dal FMI e risollevare le sorti di un paese sull’orlo della banca rotta. Due mandati presidenziali e poi lo scandalo Petrobras, per cui rischia l’arresto. La promessa del ministero, per evitare la condanna, da parte della presidentessa Dilma Rousseff e un colloquio privato reso pubblico tramite intercettazioni. Un fatto che provocato vere e proprie sollevazioni popolari in tutto il Paese. 

Tre casi indicativi di una sinistra politica sofferente.

Afflitta da meccaniche sistemiche dispersive, denudata dalla liquidità umana, da una moltitudine incapace di proporre non solo un progetto politico capace di decostruire il reale e ricostruire alternative socio-politiche, ma una visione e un sogno romantico e illuminato.

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