La strategia della Meloni che riesce a bloccare il Parlamento
Giorgia Meloni ha una strategia ben chiara per fare opposizione: logorare il Parlamento con gli interventi dei suoi senatori
C’era una volta il parlamento fatto di opposizione e maggioranza. Poi un giorno arrivò Draghi e la maggioranza restò maggioranza e l’opposizione magicamente si ritrovò a salire al governo con coloro che mai avrebbero voluto condividere un’ala del potere. Ma si sa, in amore e in politica tutto è possibile. In nome del bene del Paese, tutti i partiti sono passati dall’altra parte della barricata andando a riempire le file di chi governa. Solo un partito, di quelli grandi, è rimasto dall’altra parte sotto la guida tenace di una donna che, si dica quel che si vuole, sa come farsi valere: Giorgia Meloni.
Cosa sta succedendo dunque nei palazzi del potere? Le sedute di metà settimana – dal martedì al giovedì pomeriggio – sono sedute fiume, a volte anche con un prolungamento oltre le 23. Ovviamente non c’è solo il partito della Meloni. Si fanno sentire gli ex pentastellati sparsi di L’Alternativa c’è, una componente del Misto, e gli altri ex del Movimento, sparsi nei gruppi Misti di Montecitorio e Palazzo Madama.
Ma, soprattutto, le sedute sono monopolizzate dagli interventi degli uomini e delle donne di Giorgia Meloni, fermati nelle loro maratone verbali soltanto dal regolamento e dai vicepresidenti di turno, persino dai loro compagni di partito Fabio Rampelli alla Camera dei deputati e Ignazio La Russa al Senato della Repubblica. Che poi, spesso, appena terminato il loro turno di presidenza, scendono dallo scranno più alto di Montecitorio e Palazzo Madama e tornano a sedersi fra i loro compagni di gruppo e a fare opposizione e ostruzionismo pure loro, ovviamente con toni lontani da estremismi verbali e polemiche eccessive come quelle che magari hanno censurato pochi minuti prima come vicepresidenti.
Insomma nulla a che vedere con i record che hanno caratterizzato gli scorsi anni con sedute che duravano anche 14/16 ore. Ma questo perché la Meloni non si allontana mai completamente da Draghi. Non è una sfida dichiarata. Ma una strategia di opposizione che a quanto pare sta funzionando. Sì, perché questo rallenta il normale corso decisionale per ascoltare tutti i deputati.
In questo momento le truppe di Giorgia ammontano a trentasei deputati e venti senatori. E proprio questi numero permettono delle volte di passare intere giornate per “portare a casa il risultato”. Un’ostruzionismo legale quello di Giorgia Meloni.
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