L’ascesa della destra europea: Italia come Francia e Grecia?
La vittoria del Front National galvanizza anche la “Destra” italiana che, però, deve fare i conti con il Cavaliere ed un recente passato non sempre ben visto dalla popolazione italiana
[ads1] I periodi di crisi economica come quello attuale, in cui le condizioni precarie della popolazione si legano alla paura causata dalla complicata situazione internazionale, si caratterizzano per l’ascesa di tutte quelle formazioni di destra e di chiara origine nazionalista le cui politiche si fondano sui tradizionali ideali di “Patria e tradizioni”.
Accade così che, dopo l’affermazione di Alba Dorata in Grecia (divenuto terzo partito del Paese con il 6,79% dei consensi) e del Front Nazional in Francia (con la “conquista” di 6 regioni su 13), anche l’Italia si appresta al “grande salto” a destra con la Lega Nord guidata da Salvini.
Infatti, dopo il successo francese, il leader legista (trasformatosi negli anni in riferimento per la Destra italiana) ha dichiarato, convito dell’imminente successo di una coalizione da lui stesso guidata: “Cambieranno anche Europa e Italia: più sicurezza e più lavoro, con coraggio e onestà si può fare!”
La domanda che sorge, però, è: quali reali possibilità ha il nuovo gruppo di “Destra” in Italia?
Nonostante le ottime proiezioni elettorali, in cui il nuovo polo rischierebbe di scalzare l’attuale Premier Renzi (ma solamente unendo tutte le “anime” della destra italiana), una delle maggiori incognite per Salvini&co è rappresentata da FI e soprattutto dal tipo di supporto “offerto” dall’ex Cavaliere Silvio Berlusconi.
Nella situazione odierna gli elementi che rischierebbero di far fallire il progetto elettorale/politico sono senza dubbio legati allo storico leader di centro-destra.
Il primo, di natura prettamente elettorale, riguarda la tenuta di FI e dei suoi parlamentari; la “solidarietà nazionale”, prima con Letta e poi con Renzi(limitato ad alcuni provvedimenti specifici), ha indebolito il consenso per il partito e contemporaneamente fatto “migrare” gli elettori verso !”altri lidi”.
Il secondo, invece, riguarda lo spazio che Berlusconi concederà alla “leadership” di Salvini: il Cavaliere, da sempre protagonista nelle tornate elettorali precedenti, avrà il compito, al fine di “ottimizzare” il risultato dell’intero gruppo, di primeggiare sempre meno nella coalizione in modo da “catalizzare” il consenso verso l’asse portante formata da Salvini e Meloni.
Come per la sinistra italiana, anche la destra si ritroverà a fare i conti con un passato recente, non sempre ben visto dalla popolazione della Penisola, e con la volontà di emergere sugli altri sfruttando il distacco e la disaffezione politica dell’intera popolazione.
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