Il PD alla Lega: “Governate con chi ha le vostre stesse proposte”
Salvini, segretario della Lega, utilizza la manovra finanziaria imminente per lanciare provocazioni sulle alleanze. Rosato, capogruppo PD alla Camera, risponde netto: “Governi con chi ha le sue stesse proposte”
In conferenza stampa a Milano, il segretario della Lega Matteo Salvini ha utilizzato la manovra finanziaria, che a breve dovrà essere discussa in Parlamento per non andar oltre la scadenza obbligatoria, per lanciare provocazioni alle altre forze politiche. Interrogato sul futuro del Partito Democratico, ha dichiarato: “Il Pd dopo Renzi? Spero siano a disposizione per dare una via d’uscita al paese, a prescindere da chi uscirà dalle primarie“. Ha poi continuato dicendo che “se tutti dicono che al centro c’è il lavoro, su questo il nostro programma ha proposte concrete e realizzabili“.
Sicuramente una provocazione ad un appoggio del PD alle proposte della Lega. Il gruppo parlamentare dei dem, infatti, pur fortemente ridimensionato dopo le ultime elezioni, potrebbe comunque essere rilevante per la formazione di una maggioranza di governo o per l’approvazione di singole leggi. Risponde però secco Rosato, capogruppo dei dem alla Camera: “Il senso di responsabilità lo devono avere tutti e la nostra risposta al richiamo di Mattarella è scontata ma i primi a essere richiamati alla responsabilità sono quelli che hanno avuto il mandato dagli elettori e vinto le elezioni. La Lega non si nasconda dietro a pretesti e costruisca le condizioni per un governo con chi ha i suoi stessi programmi e toni“.
In effetti, una sintonia tra Lega e PD sembra fantascienza: molto più possibile, invece, un’intesa tra Lega e Cinque Stelle, sia per numeri in Parlamento che per temi affrontati negli anni precedenti e proposte in campagna elettorale. Ma cosa farebbe la Lega, qualora non si formasse un governo? “O c’è un governo o la parola torna agli italiani“, ha detto Salvini. “Io farei domattina una legge elettorale che dà un premio alla coalizione o al partito più votato – ha aggiunto in una conferenza stampa -. Ma credo poco ai governi tecnici a tempo per fare una o due riforme, che rischiano di essere al servizio di Bruxelles“.
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