contatore Lezione di sesso al British Museum, l'iniziativa che piace alle scuole
7 Maggio 2017 - 09:51

Lezione di sesso al British Museum, l’iniziativa che piace alle scuole

lezione di sesso

Una delle più importanti istituzioni museali del Regno Unito apre i suoi spazi per una lezione di sesso attraverso le opere d’arte

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Il Regno Unito lascia cadere anche l’ultimo tabù e, in linea con la sua politica di Paese aperto e fuori dagli schemi, permette anche ad una istituzione, notoriamente tra le più conservatrici, di svecchiarsi ed entrare nel nuovo millennio. Grazie all’operazione di rinnovamento decisa dal suo nuovo direttore, Hartwig Fischer,
British Museumil ospiterà una raccolta di opere d’arte che avrà come tema la sessualità, e che permetterà ai visitatori di assistere ad una lezione di sesso priva della sua eventuale crudezza, coccolati, invece, dalla bellezza delle opere in mostra.

Una iniziativa questa che, paradossalmente, è piaciuta in maniera particolare alle scuole. Negli intenti del direttore, infatti, durante questa lezione di sesso sui generis, gli studenti avranno la possibilità di partecipare a laboratori e seminari per apprendere la storia del sesso e il significato di identità sessuale, il tutto attraverso un percorso storico affettuato osservando i manufatti del museo. Si discuterà anche di erotismo e pornografia, omosessualità e bisessualità, consenso e immagine del proprio corpo, grazie ai preziosi reperti storici provenienti dall’antico Egitto e dall’antica Grecia, dalla Mesopotamia e dal Giappone, dalla cultura Azteca e cinese.

Secondo Fischer, infatti, “E’ più facile parlare di sessualità nel contesto di opere d’arte che esistono da millenni, familiarizzandosi con le culture di civiltà distanti nel tempo e nello spazio. È un modo per ampliare la missione civica dei musei con la possibilità di affrontare argomenti difficili in uno spazio protetto”.

Le opere in mostra

Tra i pezzi del British Museum che verranno usati per la lezione si sesso ci saranno la Warren Cup, una coppa dell’era Romana, e Gli amanti di Ain Sakhri, una scultura trovata in una grotta del deserto della Giudea che risale a 11 mila anni fa, considerata la più antica rappresentazione di un rapporto sessuale.

Un esempio da seguire per un Paese come in nostro, che possiede oltre il 70% delle opere d’arte e dei siti archeologici dell’intero globo, ma che per un eccesso di pudore chiude periodicamente  (ocomunque ne consente la visita ai ragazzi solo se accompagnati da un adulto) il famoso gabinetto segreto del Museo Archeologico Nazionale di Napoli,
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