13 Ottobre 2016 - 12:40

L’insostenibile leggerezza del boh!

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Più volte ci troviamo a pensare e riflettere sul senso della vita. Su come le cose accadono, si susseguono o peggio ancora non si realizzano. La vita, come diceva un tale, è un enorme puzzle da costruire giorno dopo giorno. Tralasciando il fatto che il pescare i tasselli in quel metro e mezzo di merda è, di fatto, la cosa che rende il tutto decisamente più complicato. Ci affidiamo al mistico, all’arte, alla musica. Su quest’ultima magari, da qualche anno a questa parte, sarebbe meglio un pochettino evitarla come cura omeopatica. Se pensiamo agli artisti attuali, beh, preferisco rimanere in depressione. In molti si affidano ai testi delle canzoni per trovare le parole giuste. Penso ai nostri genitori, quando avevano alle spalle i De Gregori o i Battisti di turno (per citarne solo alcuni). Adesso trovare un testo profondo è impresa ardua. La sola cosa che trattiene certi musicisti dall’analfabetismo è la necessità di leggere il manuale di istruzioni della loro Mercedes. Tutto ora è diverso. La nostra è una generazione che crede di aver perso, o forse lo sa e basta. Dura la vita oggi. Dura da combattere e dura da mandare giù. Ci provi, ma come alzi la testa piovono cazzi e martelli. È un Vietnam ad ogni angolo, la fogna nel cervello, tutti contro tutti. Ce la prendiamo con il destino, con l’immigrazione e con il nostro essere così imbecilli da non renderci conto che, il mondo, lo stiamo strappando a pezzetti piccoli. Così piccoli, che se li lanci in aria non ti tornano neanche indietro perché se li porta il vento. Ma non può piovere per sempre, o quantomeno, non saremo così cazzoni da passare tutto il resto della nostra vita senza un ombrello. La nostra generazione ha perso, si, ma qualche altro gettone ce l’abbiamo. Dovremmo magari soltanto un po’ smetterla di piangerci addosso e iniziare a fare qualcosina, eh? Non è vero che la vita passa senza un perché: prendete la pubblicità della Golia bianca, che da anni continua a combattere per difendere la natura. Ciucci una menta e salvi un orso polare. Sentirsi utili e buoni, basta poco per dare un senso alla vita. È quando lecchi un francobollo che non sei sicuro di salvare uno statale.

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