L’Italia boccia il certificato europeo di filiazione
Con il No dell'Italia insieme probabilmente a quello di Polonia ed Ungheria il certificato europeo di filiazione non entrerà in vigore
Un documento ufficiale il certificato europeo di filiazione che avrebbe garantito il riconoscimento degli stessi diritti ai bambini di tutta Europa indipendentemente dal diritto di famiglia vigente in ogni Stato. Una sorta di “carta d’identità” dei diritti del bambino che si sarebbe visto così riconoscere lo status di figlio anche quelli nati in coppie dello stesso sesso e indipendentemente da chi li ha concepiti.
La Commissione Politiche europee al Senato ha votato a favore della proposta di maggioranza rappresentata dal senatore Giulio Terzi (Fdi) presidente della stessa commissione. Non c’è stata alcuna apertura da parte della maggioranza ed il voto è contrario alla indicazioni dell’Unione europea.
Il nuovo regolamento avrebbe anche portato ad una migliore gestione delle norme di diritto internazionale in materia di filiazione. Non si interferiva con il diritto di famiglia di alcuno stato e sarebbe passato solo all’unanimità in Europa. Ma dopo il NO dell’Italia si attende quello di Polonia ed Ungheria.
Il M5s ha provato a cercare un compromesso, facendo leva sul fatto che il regolamento non avrebbe aperto alla maternità surrogata che in Italia è vietata e che è stato anche un argomento utilizzato da Fratelli d’Italia per respingere la proposta dell’Unione europea. Secondo la maggioranza del Governo Italiano la proposta non rispetterebbe i principi di sussidiarietà e proporzionalità pertanto una volta introdotto questo regolamento esso avrebbe rappresentato un’ invasione del diritto europeo su quello nazionale.
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