1 Novembre 2019 - 17:47

L’uomo senza gravità: un’opera prima tra tenerezza e disillusione

L'uomo senza gravità

Approda oggi su Netflix “L’uomo senza gravità”, opera prima del regista Marco Bonfanti con Elio Germano, Michela Cescon e Silvia d’Amico

L’uomo senza gravità: Siamo davvero liberi quando capiamo che la nostra diversità non è un peso, ma un potenziale. Siamo davvero liberi quando lasciamo cadere ogni maschera. Siamo davvero liberi quando, teneri e disillusi, riconosciamo nell’altro qualcuno con cui incessantemente costruire.

Oscar vola ma non è un supereroe: per questo sarà meglio tenere lontana da orecchie e occhi indiscreti la sua “stranezza”. Così il piccolo cresce in un interno asfissiante, reso meno asfittico dalla presenza di sua nonna e sua madre Natalia (Michela Cescon)

Ma quando questa coperta di Linus comincerà a stargli troppo stretta, quando capirà che il suo essere particolare può essere più un potenziale che un peso,  Oscar proverà davvero a spiccare il volo diventando una star internazionale sotto l’egida di un moderno Mangiafuoco dall’accento francese.

Quella che il personaggio interpretato con grazia da Elio Germano si porta addosso è una costante esigenza di libertà, di autenticità, che è ben lontana da un mondo di artifizi, copertine e fenomeni da baraccone a breve scadenza Oscar vuole essere una persona prima che un personaggio, e per fare ciò non gli resta che “uccidere” l’uomo senza gravità e tornare all’essenza, tornare con i piedi per terra.

Nella sua “terza vita”, Oscar fa il recepionist in un albergo che accoglie il potenziale mortificato e mercificato di alcune figure femminili, tra le quali riconosce la tenerezza della sua vecchia amica di infanzia, Agata (Silvia d’Amico)

Gli sguardi della sua interprete sono spesso eloquenti, vibranti di tutte le aspettative deluse, di tutto ciò che sarebbe potuto essere e alla fine invece non è stato.

Opera prima

L’uomo senza gravità, da oggi su Netflix, è l’opera prima del regista Marco Bonfanti: un’opera che oscilla tra la tenerezza e la disillusione che, a ben vedere, sono forse i due sentimenti dominanti di ogni età dell’uomo che, per salvarsi e non volare via dietro al vento di una spesso vana speranza di riscatto, ha bisogno di un altro essere umano, che lo abbracci e progetti con lui un avvenire sempre nuovo.