8 Maggio 2017 - 10:55

Macron Presidente francese: l’establishment vince ancora travestendosi da nuovo

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Macron vince al secondo turno delle Presidenziali francesi. Cosa deve aspettarsi ora la Nazione transalpina?

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Le elezioni che più di tutti hanno lasciato con il fiato sospeso mezza Europa sono da poco terminate e la vittoria di Macron, contro il “pericolo” Le Pen, ha tranquillizzato tutta l’Eurozona in vista di un futuro sempre più conforme ai dettami classici.

In realtà, l’elezione del leader di En Marche!, nuovo soggetto ideato meno di un anno fa, nasconde una serie di elementi che non solo dovrebbero far tremare ancor di più l’UE ma anche mettere in allerta gli altri Stati in vista di una risposta tutt’altro che scontata.

Raccogliendo tutti i punti in questione,  si può dire che possono essere presi in considerazione ben due punti che svelano sia la svolta gattopardiana francese che la possibile reazione interna transalpina.

Considerando il primo punto, è evidente come Macron sia riuscito in una delle maggiori “imprese” dal punto di vista politico: spacciandosi per homo novus, è riuscito in un sol colpo a spostare il proprio asse partitico verso il centro, raccogliendo anche la simpatia dei delusi in contrasto con la linea del FN, e contemporaneamente riconfermare quanto di “cattivo” fatto nella scorsa legislatura.

Il Presidente francese, Emmanuel Macron

In pratica, lanciando l’ennesimo appello verso il falso nuovo, il neo Presidente da un lato è riuscito a “smacchiare” le proprie colpe, accumulate durante il periodo come Ministro, e dall’altro confermare piena fedeltà alle stesse attraverso un programma di falso riformismo (consistente, in sostanza, nella conferma della politica precedente).

Questo punto, però, si ricollega facilmente con il secondo che, inevitabilmente, deve essere associato ad una domanda specifica: Fino a quando i francesi riusciranno a tollerare i provvedimenti che hanno portato la Nazione ad un’instabilità generale?

Al momento, chiaramente, non esiste una risposta specifica al quesito ma, come è facile aspettarsi, c’è da chiedersi se Macron riuscirà a sopperire le mancanze che in un caso hanno permesso l’emergere di un movimento come quello lepenista ed in un altro hanno aumentato, come mostrato dai dati del secondo turno, il numero di malumori al di là delle Alpi.

Difatti, ciò che avrebbe dovuto impensierire maggiormente non è il pericolo scampato con la vittoria del centrista ma fino a quando la Nazione sopporterà il clima di precarietà generale, secondo solamente ad Italia e Grecia, avallato dal programma di En Marche!.

Solo il tempo sarà in grado di smentire queste perplessità, in attesa di scoprire come si comporteranno anche gli altri Stati chiamati al voto da qui a breve.

 

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