8 Aprile 2015 - 09:04

Maleficent, quando il cattivo è l’eroe della storia

Maleficent

Con Maleficent la Disney continua la sua opera di demitizzazione del passato mettendo in scena il punto di vista di Malefica, la strega dal cuore spezzato

[ads1]

Maleficent, il nuovo live action firmato Disney, nasce dalla stessa tendenza commerciale che ha dato vita a riletture quali Alice in Wonderland di Tim Burton o Biancaneve di Tarsem Singh, il cui valore aggiunto consiste nel conferire una prospettiva moderna ai classici ormai entrati a far parte dell’immaginario collettivo.

Diretto da Robert Stromberg è liberamente ispirato al film d’animazione del 1959 “La bella addormentata nel bosco” a sua volta tratto dalla celebre fiaba di Charles Perrault, ma bisogna dimenticare la storia così come tutti noi la conosciamo. È un altro film con un protagonista diverso e un finale inedito.Quest’ultimo lavoro targato Disney verte interamente, in maniera abbastanza inaspettata ed originale, sul ribaltamento dei ruoli. In altre parole, Maleficent è un film che vuole giocare con gli stereotipi fiabeschi e, rovesciando i compiti all’interno della vicenda, lanciare un messaggio nuovo.

Maleficent

dal film Maleficent

Obiettivo degli sceneggiatori è stato quello di dar voce al punto di vista di Malefica, notoriamente conosciuta come uno dei personaggi più cattivi del mondo delle fiabe. Il regista integra il classico del’59 con una lunga introduzione volta a spiegare il passato della strega “cattiva” e il motivo che alimenta il suo desiderio di vendetta. Il suo volto è affidato alla magistrale interpretazione di Angelina Jolie: quello di Malefica sembra un vestito cucitole su misura.

Veniamo alla storia e chiediamoci: chi è Malefica? Sorprende scoprire, tanto per cominciare, che è una fata buona, protettrice di un mondo incatato. “C’erano una volta due regni vicini e l’uno era il peggior nemico dell’altro. Si diceva che la discordia tra loro fosse così profonda che solo un grande eroe o un vero cattivo avrebbe potuto farli riavvicinare“.

Maleficent

dal film Maleficent

Un odio antico separa due regni confinanti, quello degli uomini e quello della Brughiera, abitato da fate e creature incantate. È in questo territorio magico che vive la piccola Malefica ed è qui che ella fa la conoscenza di Stefano, ragazzino suo coetaneo, abbastanza curioso e coraggioso da spingersi dove gli uomini non si spingono mai. La loro amicizia, man mano che crescono, lascia il posto all’amore, ma, quando a Stefano si presenta l’occasione di diventare re, egli non esita a tradire l’amataportandole via la cosa a lei più cara: le sue ali.  Il dolore e la disperazione provocatole dall’inganno dell’uomo amato scatenano in lei l’ira e il desiderio di vendetta. Giungiamo così al momento della maledizione inflitta alla piccola Aurora (figlia di Re Stefano e della regina): la principessa cadrà, nel giorno del suo sedicesimo compleanno, in sonno eterno simile alla morte e sarà destata solo dal bacio del vero amore.

Il ruolo del principe Filippo è assolutamente marginale e quello delle tre fatine notevolmente ridimensionato: sarà proprio Malefica, infatti, a vegliare su Aurora (Elle Fanning) fino al giorno del suo sedicesimo compleanno imparando ad amare, con il passare del tempo, la sua piccola “bestiolina” (appellativo conferito alla giovane principessa). Di sicuro un’ulteriore prova del fatto che Malefica è tutt’altro che cattiva; perfido e crudele in realtà è re Stefano il quale vive nell’ossessione di rompere il sortilegio e uccidere Malefica.

Nessun potere terreno, tuttavia, così come predetto, sarà in grado di annullare l’incantesimo. Di qui a poco ci attende un colpo di scena.  La ragazza, come dalle predizioni, si punge il dito con il fuso di un arcolaio, sorto magicamente dai resti di quelli bruciati anni prima da Stefano, sprofondando subito in un sonno profondo. Malefica straziata dal dolore esprime il suo pentimento: Mi ero smarrita nell’odio e nella vendetta. Hai sottratto ciò che restava del mio cuore ed ora ti ho perduta per sempre. Impedirò che ti venga fatto del male finché avrò vita e non passerà un giorno senza che mi manchi un tuo sorriso“. Sarà proprio il bacio di lei a destare Aurora e a rompere l’incantesimo; dopotutto non c’è amore più vero. Segue a questo punto la battaglia finale contro re Stefano che sarà sconfitto e ucciso.

Maleficent dura cento minuti e non annoia mai. Lo spettatore viene trasportato immediatamente all’interno della vicenda facilitando l’immedesimazione nei panni del personaggio protagonista che diventa difficile non amare. Il tutto conferisce intensità ad un finale che era difficile aspettarsi così bello e toccante.

“Il regno alla fine è stato riunito non da un eroe o da un cattivo, come voleva la leggenda, ma da un creatura che era insieme eroina e cattiva. Il suo nome era Malefica”.

[ads2]