4 Dicembre 2015 - 21:34

Mengoni e la riflessione sulla libertà umana

Mengoni

Un album carico di emozioni e di battaglie: “Le cose che non ho” chiude l’ambizioso progetto discografico avviato da Mengoni lo scorso gennaio con Parole in Circolo

[ads1] In uscita oggi Le cose che non ho il nuovo album di Marco Mengoni disponibile in tutti i negozi di dischi, in digitale su Itunes (qui) e in streaming su Spotify (qui).

Una “playlist in divenire”, fatta di sensazioni e storie diverse, a conclusione del lavoro avviato lo scorso gennaio con il multiplatino Parole in Circolo.

Anticipato dal singolo Ti ho voluto bene veramente (qui la nostra recensione), gli undici brani del nuovo album costituiscono un po’ i colori secondari di un grande arcobaleno come lo stesso Marco ama definire i suoi ultimi lavori.

Le cose che non ho è il titolo che ho scelto per ricordare a tutti, ma prima di tutti a me stesso, quanto sia importante sapersi guardare dentro, imparare a godersi gli attimi della vita, i singoli momenti che compongono una giornata, e -nel mio caso- la fortuna che mi è capitata, di fare ogni giorno quello che più mi piace

Mengoni afferma di vivere sempre un po’ in prospettiva del futuro, nella sua corsa artistica cerca di superarsi ogni volta, senza però distaccarsi troppo dal passato.

In questa prospettiva temporale Le cose che non ho contiene il brano Parole in Circolo che ha dato il titolo all’album precedente. Quello che sembra accomunare i due progetti è il concetto di libertà. Mengoni sottolinea quanto sia importante per un artista potersi esprimere come preferisce e cantare emozioni che “danno un brivido”. 

Questo mondo corrompe la nostra libertà, ma finché avrò forza lavorerò per usare la musica allo scopo di ricercare la mia libertà di artista, di essere umano, di cittadino CU51fxEWcAArBE_.png large

Messaggi importanti e positivi per cui Mengoni è stato già premiato dal Senato, che gli riconosce l’importanza tra i giovani per le sue battaglie sulla diversità e il rispetto verso ogni essere umano.

Fondamentale per questo progetto è il tema dell’amore che lo stesso Marco ha voluto sottolineare: “Canto d’amore, non saprei scrivere d’altro. Tutto ruota intorno ai sentimenti, è innegabile”.

Un album molto personale, ma che allo stesso tempo può vantare collaborazioni importanti: Giuliano Sangiorgi dei Negramaro ha scritto il testo e ha composto la musica per Solo Due Satelliti, brano di cui Mengoni si è subito innamorato ritenendo che si inserisse perfettamente nel racconto del disco. Motivo di vanto ed emozione per Marco è inoltre la collaborazione con Sia Furler, che ha scritto Rock Bottom, appositamente per lui.

Considero Sia la più interessante cantautrice pop del momento. Apprezzo moltissimo il suo modo di comporre e trovo che il suo gusto sia straordinariamente affine al mio nella costruzione di alcune sonorità

Non solo le parole quindi, ma anche il sound di questo album gioca un ruolo fondamentale. La voce di Mengoni ha sicuramente molte potenzialità che l’artista riesce ad arricchire ulteriormente con arrangiamenti vocali e sonorità diverse; “le voci” già presenti nel singolo Guerriero vengono riproposte in Le cose che non ho con il brano La nostra estate, dove troviamo tracce di canti e strumenti “masai” e nel brano Nemmeno un grammo, quando per la prima volta Marco si cimenta un’interpretazione rap hip-hop.

Quello che sta per concludersi è un anno ricco di successi per il giovane cantautore, che non osa fermarsi e si prepara ad un 2016 intenso. I prossimi appuntamenti con Marco Mengoni sono per la promozione dell’album negli store (qui le date).

A gennaio poi, è attesa la versione spagnola dell’album Parole in Circolo, e da aprile sarà impegnato in un tour che lo porterà nelle maggiori città italiane (biglietti in vendita su ticketone).

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