29 Novembre 2019 - 12:43

MES, continua lo scontro Salvini-Conte sulla riforma salva-Stati

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È il MES (meccanismo europeo di stabilità) la pietra della discordia tra gli ex alleati Conte e Salvini. Questa volta però le accuse sono gravi e Conte minaccia di querelare il leader della Lega

Lo show di ieri sera di Matteo Salvini ha posto le basi per una nuova guerra tra Salvini e Conte. Oramai siamo abituati a vedere questi attori politici combattersi e lanciarsi accuse reciproche. Dalla separazione avvenuta nell’Agosto di quest’anno, i due ex alleati non perdono tempo per combattersi. Questa volta è il MES, meglio conosciuto come fondo Salva-Stati.

Secondo il leader della Lega, Giuseppe Conte si è reso partecipe di un atto indecoroso nei confronti dello Stato. Dal canto suo Conte si difende dichiarando la possibilità di querelare Salvini per calunnia. “Lunedì sarò alla Camera, alle 13. E vedrete che ancora una volta saranno spazzate via mezze ricostruzioni, mistificazioni, mezze verità e palesi menzogne», dice il presidente del Consiglio da Accra, in Ghana, commentando le notizie in arrivo da Montecitorio.

Non ci sta Conte a passare come colui che svende il proprio Paese difendendo il lavoro fatto per la creazione del MES. “Chi oggi si sbraccia in dichiarazioni altisonanti vada in Procura a fare un esposto – invita il premier –. Io non ho l’immunità, perché non sono parlamentare. Lui ce l’ha e ne ha già approfittato per il caso Diciotti. Veda di non approfittarne anche questa volta. Io poi lo querelerò per calunnia».

Le dichiarazioni degli alleati

Zingaretti, premier del PD e alleato di governo, riguardo la vicenda attacca il partito di Salvini: “La Lega quando era al governo ha condiviso la riforma. Ora come al solito diffonde false teorie per danneggiare l’Italia”. L’ex ministro dem delle Finanze, Piercarlo Padoan definisce il MES «indispensabile» per completare l’unione monetaria: “Fa bene al Paese, è stato modificato solo secondo le linee richieste da tempo dall’Italia”.

Luigi di Maio, segretario del M5S e ministro degli esteri, conferma la propria fiducia nel confronti di Conte ma non si sbilancia troppo con l’approvazione del meccanismo. “È sbagliato dire che abbiamo già approvato questo meccanismo, non c’è alcuna firma. Dovremo valutare se il Meccanismo salva-Stati e altre riforme europee che sono in quel pacchetto conviene all’Italia oppure no. Anche perché una cosa è un salva-Stati, altra è uno stritola-Stati, sul modello Grecia. Occorre migliorare il negoziato”.