31 Dicembre 2019 - 08:00

2010-2019: le migliori interpretazioni maschili del decennio

Migliori Interpretazioni Maschili

ZON.it, per festeggiare il 2020, regala una classifica delle migliori interpretazioni maschili del decennio. E attenzione alle probabili sorprese

Un altro anno si prepara a passare, ma questo Capodanno sarà davvero decisivo, qualcosa di speciale. Con il 1° Gennaio, infatti, si aprirà una nuova era, un nuovo decennio in cui godere di nuovo cinema, di nuovi attori, di nuove leve. Ma è impossibile non considerare il decennio appena passato. Un periodo fatto di grandissimo cinema, di scoperte incredibili e di prestazioni clamorose. ZON.it, infatti, ha deciso di stilare una classifica delle migliori interpretazioni maschili del decennio 2010-2019. Davvero una super-classifica e un super-regalo per cominciare sotto ogni buon auspicio il nuovo anno.

Non è stato facile tirare le somme. Soprattutto, ci saranno sicuramente molte defezioni che potrebbero lasciare sconvolti, così come altre new entry che potrebbero sicuramente sorprendere. L’obiettivo è quello di celebrare interpretazioni incredibili senza distinzioni di provenienza o di nazionalità. Del resto, il cinema è bello perché riesce a regalare emozioni ovunque, sia esso in salsa europea, asiatica o americana. Non a caso, ZON.it è stato abbastanza oculato nelle sue scelte, prendendo davvero il meglio del meglio di questi ultimi anni. Soprattutto, lo ha fatto con l’obiettivo di far scoprire il grande cinema, a prescindere da titoli e registi.

Molte scelte potranno risultare condivisibili, altre meno. Il consiglio è quello di andare “oltre le maschere” e magari di invogliare i lettori a recuperare pellicole meno conosciute che però si nutrono di ottime prove. Allora, tutti pronti per andare a sondare chi meglio ha applicato il metodo Stanislavskij dal 2010 al 2019? Siete pronti a conoscere le migliori interpretazioni maschili?

Michael Fassbender – Shame

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Cominciamo subito con una performance che è rimasta indifferente ai più, ma che ha fruttato a Michael Fassbender una prestigiosa Coppa Volpi a Venezia. Shame è un film dalla potenza devastante, che ci racconta di un uomo distrutto nella sua dignità.

Un talento eccezionale, quello di Fassbender, che fa toccare con mano allo spettatore come sia alzarsi ogni mattina e confrontarsi faccia a faccia con la “vergogna” del titolo del film. La sua interpretazione fa sentire sulla pelle le emozioni del protagonista, fa interrogare circa una possibilità o meno di rinascita e redenzione.

L’attore qui lavora per sottrazione, offrendo una performance semplicemente magnifica, condita da paura, imbarazzo e addirittura tensione. L’unico rischio è di ricordarla per la scena di nudo integrale che ormai è rimasta scolpita nella memoria. Siamo sicuri che, recuperandolo, ritroverete una tra le migliori prove degli anni 2000.

Gary Oldman – L’Ora Più Buia

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E veniamo ora ad uno degli attori più poliedrici di tutti i tempi. Il talento di Gary Oldman è innegabile, lo abbiamo visto passare dal folle Sid Vicious al misurato Commissario Gordon con una disinvoltura che solo i migliori posseggono. Ed ecco che proprio l’anno scorso, il nostro si è cimentato in un’impresa che ai più sembrava impossibile: interpretare Winston Churchill.

Gary Oldman, per L’Ora Più Buia, ha studiato per un anno Winston Churchill prima di iniziare a girare. L’attore ha cercato di copiare i gesti, la voce, i modi di dire e tutto quello che ha potuto imparare sullo storico primo ministro inglese. E ci è riuscito praticamente alla perfezione, regalando un’interpretazione da urlo.

Inutile dire come quest’ultima gli sia valso un Oscar più che meritato. E l’ingresso nella top ten delle migliori interpretazioni maschili del decennio.

Matthew McConaughey – Killer Joe

Matthew McConaughey

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Tutti erano abituati a vederlo in panni più romantici e leggeri. Poi, una volta svoltato “l’angolo del 2010”, Matthew McConaughey ha cominciato a far vedere di che pasta è fatto. Per inaugurare al meglio il decennio, firmò tre ruoli uno meglio dell’altro: l’avvocato Mickey Haller di The Lincoln Lawyer, il procuratore Danny Buck in Bernie e soprattutto l’iconico Killer Joe Cooper dell’omonimo film.

L’attore regala una prova iconica, inscenando uno dei migliori antagonisti degli anni 2000. Killer Joe è la carnificazione metaforica di una ferocia tanto gelida e controllata quanto primordiale e istintiva. Un personaggio ambiguo, meschino, penetrante e anche tensivo, a tratti.

Un’interpretazione tagliente, perversamente sanguigna, che regala un’irresistibile attrazione (quanto al contempo una repulsione) nei confronti di chi guarda. Clamoroso. Sicuramente tra le migliori interpretazioni maschili del decennio.

Choi Min-Sik – I Saw The Devil

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Ed ecco la vera e propria sorpresa della classifica. Il meglio del decennio non proviene solo dai canoni occidentali, ma anche dall’Oriente. E il mitico Choi Min-Sik ne è probabilmente l’espressione più simbolica a livello attoriale. Già nel decennio scorso, con Oldboy di Park Chan-Wook, aveva fatto capire di che pasta fosse fatto. Ma qui, in I Saw The Devil di Kim Jee-Woon, si trasforma in uno dei cattivi più cattivi di sempre.

Il suo Kyung-chul, serial (brutal) killer che fa da contraltare alla figura di Soo-hyun (l’ottimo Lee Byung-hun), è semplicemente gigantesco. Min-sik con la vendetta ha avuto un rapporto professionale strettissimo, quasi maniacale. E quindi riesce ad incarnare fino in fondo la parte del “diavolo” con una convinzione e un’intensità davvero inimitabili.

Un villain di quelli che difficilmente riuscirete a dimenticare, un assassino imprevedibile che non ha paura di niente, che non ha moventi o logica, e non è disposto a cedere di un millimetro, tanto meno a perdere. Sporco, sudicio anche nei suoi sguardi, violentissimo. Siamo sicuri che difficilmente riuscirete a dimenticare un “villain” del genere.

Per gli appassionati del genere, da recuperare in fretta e furia.

Christoph Waltz – Carnage

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Un’altra grande interpretazione per un altro magnifico attore scoperto, forse, un po’ troppo tardi. Dalla sua improvvisa apparizione in Bastardi Senza Gloria (Tarantino si conferma un mitico talent scout), Christoph Waltz è diventato uno degli attori più popolari, nonché tra quelli più richiesti sul mercato. In Carnage, però, dà prova di essere anche estremamente credibile nelle parti più drammatiche/grottesche.

Nel gioiellino di Polanski, la sua performance (insieme a quella dei colleghi Winslet, Reilly e Foster) strega lo spettatore, tra insopportabili telefonate e dialoghi umoristici, ma tensivi e sociali. Waltz qui si muove come in una pièce teatrale, fornendo una prova impressionante di dialettica (celebre il suo monologo sul “Dio del massacro”), presentando un personaggio razionale, cinico e menefreghista di quelli intollerabili.

Del resto, lui ci ha già abituati alla parte del “cattivo”. Tra le migliori interpretazioni maschili del decennio.

Leonardo DiCaprio – C’Era Una Volta A Hollywood

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Qualcuno potrebbe vederla come una provocazione, data la notevole quantità di recensioni negative che C’Era Una Volta A Hollywood ha raccolto. Eppure, non solo Quentin Tarantino (a nostro parere) è riuscito a girare un grandissimo film, ma anche Leonardo DiCaprio è riuscito a rendersi iconico nuovamente, dimostrando di essere un attore incredibile.

Tra le migliori interpretazioni maschili del decennio vi è sicuramente quella di Rick Dalton. La coppia con Brad Pitt è semplicemente spaziale, ma quando lavora da solo, DiCaprio compie un vero e proprio lavoro di metacinematografia con un paio di vette assolute quando deve entrare e uscire dai vari personaggi che il suo Rick Dalton è chiamato a interpretare.

Un attore incredibile che interpreta un altro attore tormentato. Compito difficilissimo che solo uno tra i migliori attori del mondo poteva compiere in modo egregio. Ed ecco perché potrebbe vincere l’Oscar quest’anno, confermando questa come una delle migliori interpretazioni del decennio.

Ryan Gosling – Drive

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E veniamo ora ad uno degli attori più celebrati di questo decennio. Ryan Gosling è diventato sicuramente un’icona, grazie al suo “duetto” con Emma Stone nel mitico musical di Damien Chazelle, La La Land. Prima di esso, però, nel 2011, il nostro si era consacrato ai più con un’incredibile prova in Drive di Nicolas Winding Refn, per cui vinse anche un Satellite Award.

Nell’interpretare il suo protagonista senza nome, Gosling è riuscito a donare dolcezza e generosità senza perdere nulla di quella risolutezza e quella freddezza degna dei protagonisti dei film di Walter Hill (impossibile non citare Driver). Una recitazione asciutta che ai più potrà sembrare apatica, ma nasconde le stimmate di una grande dote recitativa.

L’attore riesce a rendere il protagonista tanto silenzioso quanto affascinante ed espressivo anche nella sua impersonalità. Compito che riesce solo ai migliori, e tra questi ci sentiamo di includere naturalmente l’attore canadese.

Mads Mikkelsen – Il Sospetto

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Attenzione, ecco che un’altra sorpresa sta per arrivare. Sicuramente il film suona come sconosciuto ai più, ma senza dubbio si può affermare che Il Sospetto sia stata una delle grandi sorprese del decennio. Un dramma duro, toccante e con un tema molto difficile da affrontare come quello delle violenze sui minori. Il tema della pedofilia, qui presunta, viene cavalcato in maniera magistrale da Thomas Vinterberg, soprattutto grazie al suo protagonista: Mads Mikkelsen.

Ormai consacrato a livelli internazionali, grazie alla sua interpretazione in Casinò Royale, l’attore danese qui ci regala forse la sua miglior prova insieme al celebre Hannibal della serie TV. Il suo Lucas, maestro “sospetto” di violenza su bambini, è interpretato con sobrietà e intensità, facendo ben sentire la tragedia di quest’uomo toccato da un incubo quasi kafkiano.

Una prova amara e struggente, fatta di mimica, di sguardi sofferenti più che di parole, veramente intensa. L’attore riesce ad interpretare alla perfezione un uomo distrutto dal peso delle dicerie. Il risultato è stato il premio come miglior attore a Cannes nel 2012. Strameritato.

Daniel Day-Lewis – Il Filo Nascosto

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Ed eccoci sul secondo gradino (sicuri?) del podio delle migliori interpretazioni maschili del decennio. Inutile dire come questo spetti ad un vero e proprio “mostro” di bravura. C’è chi lo addita addirittura come il miglior attore di tutti i tempi, e probabilmente non a torto. Perché Daniel Day-Lewis ha dimostrato, nella sua carriera, di poter fare praticamente qualsiasi cosa in maniera eccelsa. E ne Il Filo Nascosto, diretto dal mitico Paul Thomas Anderson, ne ha dato ancora una volta prova.

Il suo Reynolds Woodcock, noto stilista di Londra d’alta moda, è un tripudio di bravura di recitazione, da mostrare nelle scuole. Un film fatto di smorfie, espressioni, piccoli gesti e battute velenose che vengono soffiate vie. Una prova elegante, quasi spocchiosa, di una perfezione ai limiti del maniacale, quasi a ricalcare l’animo del suo personaggio e della moda anni ’50.

Del resto, all’immedesimazione totale, Lewis ci è abituato. Con il suo “metodo”, prima di interpretare Bill Il Macellaio in Gangs Of New York, aveva imparato a lanciare grossi coltelli con precisione millimetrica dopo vari mesi di allenamento. Qui è andato oltre. Ha studiato sfilate degli anni ’50, la vita degli stilisti in maniera meticolosa, ha perfino imparato a cucire realizzando con le sue mani un abito di Balenciaga.

Insomma, stiamo parlando del miglior attore esistente al mondo. Poche chiacchiere. Il miglior mestierante su piazza.

Joaquin Phoenix/Philip Seymour Hoffman – The Master

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Finalmente, siamo in pole position. E non potevamo esimerci dal porre non uno, ma ben due mostri sacri. Joaquin Phoenix e (ahinoi) il compianto Philip Seymour Hoffman sono tra gli attori più influenti, senza dubbio, del 21° secolo. E miscelandosi insieme in The Master, altro capolavoro del 2012 targato Paul Thomas Anderson, regalano una coppia semplicemente da urlo.

L’attore, ora acclamato per Joker, regala il suo ruolo più impressionante, più complesso, più controverso. Freddie Quell è un personaggio stravagante, esuberante, e proprio per questo Phoenix lavora con lo sguardo, le gestualità ed il tono della voce. Riesce addirittura a mutare con l’espressione del suo viso i suoi tratti somatici, quasi per divenire più ricurvo, imbruttendosi. Una vera e propria clamorosa prova di “pazzia”, ben prima di Joker.

Hoffman, che purtroppo ci ha lasciati troppo presto, interpreta una personalità straripante, in grado di influenzare profondamente chi lo circonda. Machiavellico, altezzoso, ai limiti del sopportabile, rappresenta quasi un antagonista di quelli più ostici, per il protagonista. Due prestazioni disagianti, stranianti, ma che solo chi non apprezza il grande cinema contemporaneo non può riconoscere come tra le migliori in assoluto. Due mitici talenti.

Ma non è ancora finita. And the winner is…

Daniel Day-Lewis – Il Petroliere

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Ed ecco la sorpresa finale. Un film che non fa parte del decennio, ma che innegabilmente si staglia tra i più belli di tutti i tempi. Torna di nuovo Paul Thomas Anderson, torna di nuovo Daniel Day-Lewis, che qui probabilmente ci regala la miglior prestazione di tutti i tempi. Il suo Daniel Plainview, protagonista de Il Petroliere, è un personaggio estremamente negativo, corroso dall’odio, dall’invidia e dall’avidità.

Daniel Day-Lewis ci svela e ci fa tastare l’essenza di un uomo maligno, ipocrita, rancoroso e nascosto dietro la bella facciata di padre amorevole e uomo religioso. Un’ipocrisia che investe l’America intera, che ci racconta come la stessa nazione sia nata sulle spalle dei prepotenti, che hanno fatto carne da macello pur di raggiungere i propri scopi, anche mentire.

L’attore si muove in modo istrionico, imponendo agli altri la propria presenza e oscurando il pur bravissimo Paul Dano anche con una sola espressione facciale. Anderson fotografa la sua ascesa politico-economica e la sua caduta etico-morale, fino al pathos massimo. Una prestazione semplicemente da antologia, di quelle da studiare ovunque, in qualsiasi scuola. Un’emblema della recitazione non solo contemporanea. In tre parole: Daniel Day-Lewis.